La Regina dei cieli è quella vera o falsa?

LA REGINA DEI CIELI E' QUELLA VERA O FALSA?

Visto dai Protestanti evangelici, La Regina dei Cieli è sempre esistita sin dall'Antico Testamento, e ha sempre condotto il popolo di Dio verso il peccato di idolatria e la perdizione dell'anima con l'inganno.
Loro dicono che basta leggere Isaia 47 e Geremia 7:18; 44:17-25 dove si fa chiamare Regina dei Cieli.
Ma Dio promette anche che la distruggerà in Apocalisse e con lei tutti quelli che hanno peccato di idolatria per causa sua (cap. 17 e 18).

Vediamo!
Isaia 47. 9Ma ti accadranno queste due cose, d'improvviso, in un sol giorno; perdita dei figli e vedovanza piomberanno su di te, nonostante la moltitudine delle tue magie, la forza dei tuoi molti scongiuri.10Confidavi nella tua malizia, dicevi: «Nessuno mi vede». 12Stà pure ferma nei tuoi incantesimi e nella moltitudine delle magie, per cui ti sei affaticata dalla giovinezza: forse potrai giovartene, forse potrai far paura! 13Ti sei stancata dei tuoi molti consiglieri: si presentino e ti salvino gli astrologi che osservano le stelle, i quali ogni mese ti pronosticano che cosa ti capiterà.

Chiaramente il Signore, era rivolto ad una donna praticante di magie, scongiuri, che si faceva chiamare la dea Signora di regni quindi una regina, figlia dei Caldei di cui in quel tempo, aiutata da consiglieri, metteva paura fra i popoli.

Geremia 7: 18I figli raccolgono la legna, i padri accendono il fuoco e le donne impastano la farina per preparare focacce alla Regina del cielo; poi si compiono libazioni ad altri dei per offendermi. 17anzi decisamente eseguiremo tutto ciò che abbiamo promesso, cioè bruceremo incenso alla Regina del cielo e le offriremo libazioni come abbiamo gia fatto noi, i nostri padri, i nostri re e i nostri capi nelle città di Giuda e per le strade di Gerusalemme. Allora avevamo pane in abbondanza, eravamo felici e non vedemmo alcuna sventura; 18ma da quando abbiamo cessato di bruciare incenso alla Regina del cielo e di offrirle libazioni, abbiamo sofferto carestia di tutto e siamo stati sterminati dalla spada e dalla fame». 19E le donne aggiunsero: «Quando noi donne bruciamo incenso alla Regina del cielo e le offriamo libazioni, forse che senza il consenso dei nostri mariti prepariamo per lei focacce con la sua immagine e le offriamo libazioni?». 20Allora così parlò Geremia a tutto il popolo, agli uomini e alle donne e a tutta la gente che gli avevano risposto in quel modo: 21«Forse che il Signore non si ricorda e non ha più in mente l'incenso che voi bruciavate nelle città di Giuda e per le strade di Gerusalemme, voi e i vostri padri, i vostri re e i vostri capi e il popolo del paese? 22Il Signore non ha più potuto sopportare la malvagità delle vostre azioni né le cose abominevoli che avete commesse. Per questo il vostro paese è divenuto un deserto, oggetto di orrore e di esecrazione, senza abitanti, come oggi si vede. 23Per il fatto che voi avete bruciato incenso e avete peccato contro il Signore, non avete ascoltato la voce del Signore e non avete camminato secondo la sua legge, i suoi decreti e i suoi statuti, per questo vi è capitata questa sventura, come oggi si vede». 24Geremia disse a tutto il popolo e a tutte le donne: «Ascoltate la parola del Signore, voi tutti di Giuda che siete nel paese d'Egitto. 25Dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: Voi donne lo avete affermato con la bocca e messo in atto con le vostre mani, affermando: Noi adempiremo tutti i voti che abbiamo fatto di offrire incenso alla Regina del cielo e di offrirle libazioni! Adempite pure i vostri voti e fate pure le vostre libazioni. 

La verità è che la regina del cielo era un titolo della dea babilonese Ishtar; forse era applicato anche alla corrispondente divinità cananea, Astarte di cui non dice affato che appare in apparizioni o sogni ecc!

Apocalisse 17. La prostituta famosa
1Allora uno dei sette angeli che hanno le sette coppe mi si avvicinò e parlò con me: «Vieni, ti farò vedere la condanna della grande prostituta che siede presso le grandi acque. 2Con lei si sono prostituiti i re della terra e gli abitanti della terra si sono inebriati del vino della sua prostituzione». 3L'angelo mi trasportò in spirito nel deserto. Là vidi una donna seduta sopra una bestia scarlatta, coperta di nomi blasfemi, con sette teste e dieci corna. 4La donna era ammantata di porpora e di scarlatto, adorna d'oro, di pietre preziose e di perle, teneva in mano una coppa d'oro, colma degli abomini e delle immondezze della sua prostituzione. 5Sulla fronte aveva scritto un nome misterioso: «Babilonia la grande, la madre delle prostitute e degli abomini della terra». 
6E vidi che quella donna era ebbra del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù. Al vederla, fui preso da grande stupore. 7Ma l'angelo mi disse: «Perché ti meravigli? Io ti spiegherò il mistero della donna e della bestia che la porta, con sette teste e dieci corna. 
Simbolismo della bestia e della prostituta
8La bestia che hai visto era ma non è più, salirà dall'Abisso, ma per andare in perdizione. E gli abitanti della terra, il cui nome non è scritto nel libro della vita fin dalla fondazione del mondo, stupiranno al vedere che la bestia era e non è più, ma riapparirà. 9Qui ci vuole una mente che abbia saggezza. Le sette teste sono i sette colli sui quali è seduta la donna; e sono anche sette re. 10I primi cinque sono caduti, ne resta uno ancora in vita, l'altro non è ancora venuto e quando sarà venuto, dovrà rimanere per poco. 11Quanto alla bestia che era e non è più, è ad un tempo l'ottavo re e uno dei sette, ma va in perdizione. 12Le dieci corna che hai viste sono dieci re, i quali non hanno ancora ricevuto un regno, ma riceveranno potere regale, per un'ora soltanto insieme con la bestia. 13Questi hanno un unico intento: consegnare la loro forza e il loro potere alla bestia. 14Essi combatteranno contro l'Agnello, ma l'Agnello li vincerà, perché è il Signore dei signori e il Re dei re e quelli con lui sono i chiamati, gli eletti e i fedeli». 
15Poi l'angelo mi disse: «Le acque che hai viste, presso le quali siede la prostituta, simboleggiano popoli, moltitudini, genti e lingue. 16Le dieci corna che hai viste e la bestia odieranno la prostituta, la spoglieranno e la lasceranno nuda, ne mangeranno le carni e la bruceranno col fuoco. 17Dio infatti ha messo loro in cuore di realizzare il suo disegno e di accordarsi per affidare il loro regno alla bestia, finché si realizzino le parole di Dio. 18La donna che hai vista simboleggia la città grande, che regna su tutti i re della terra». 

Vediamo attentamente che nel 17, 1 Un angelo fa vedere a Giovanni la grande prostituta (cfr. Ap 17, 1), cioè Roma idolatra, nuova Babilonia. Ad essa appartengono i sette re (cfr. Ap 17, 9). 17,3 La bestia scarlatta rappresenta un imperatore, probabilmente Nerone, di cui le leggende popolari annunciavano il ritorno in vita. 17, 9-11 E i re sono sette (cfr. Ap 17, 9): si indica simbolicamente una serie di imperatori romani, di cui uno è ancora in vita. Il numero sette significa totalità. Il poco tempo (cfr. Ap 17, 10) è il tempo della persecuzione. 17,12-13 I dieci re, simboleggiati dalle dieci corna, sono re vassalli che, alleandosi alla bestia, ottengono un successo effimero ( per un’ora soltanto ). Dipendono in tutto e per tutto dalla bestia e, insieme ad essa e da essa manovrati, muovono guerra all’Agnello, che li sconfiggerà.

Apocalisse 18. Un angelo annunzia la caduta di Babilonia
1Dopo ciò, vidi un altro angelo discendere dal cielo con grande potere e la terra fu lluminata dal suo splendore. 2Gridò a gran voce: «E' caduta, è caduta Babilonia la grande ed è diventata covo di demòni, carcere di ogni spirito immondo, carcere d'ogni uccello impuro e aborrito e carcere di ogni bestia immonda e aborrita. 3Perché tutte le nazioni hanno bevuto del vino della sua sfrenata prostituzione, i re della terra si sono prostituiti con essa e i mercanti della terra si sono arricchiti del suo lusso sfrenato». 
Il popolo eletto deve fuggire
4Poi udii un'altra voce dal cielo: «Uscite, popolo mio, da Babilonia per non associarvi ai suoi peccati e non ricevere parte dei suoi flagelli. 5Perché i suoi peccati si sono accumulati fino al cielo e Dio si è ricordato delle sue iniquità. 6Pagatela con la sua stessa moneta, retribuitele il doppio dei suoi misfatti. Versatele doppia misura nella coppa con cui mesceva. 7Tutto ciò che ha speso per la sua gloria e il suo lusso, 
restituiteglielo in tanto tormento e afflizione. Poiché diceva in cuor suo: Io seggo regina, vedova non sono e lutto non vedrò; 8per questo, in un solo giorno, verranno su di lei questi flagelli: morte, lutto e fame; sarà bruciata dal fuoco, poiché potente Signore è Dio che l'ha condannata». 
Lamenti su Babilonia
9I re della terra che si sono prostituiti e han vissuto nel fasto con essa piangeranno e si lamenteranno a causa di lei, quando vedranno il fumo del suo incendio, 10tenendosi a distanza per paura dei suoi tormenti e diranno: «Guai, guai, immensa città, Babilonia, possente città; in un'ora sola è giunta la tua condanna!». 11Anche i mercanti della terra piangono e gemono su di lei, perché nessuno compera più le loro merci: 12carichi d'oro, d'argento e di pietre preziose, di perle, di lino, di porpora, di seta e di scarlatto; legni profumati di ogni specie, oggetti d'avorio, di legno, di bronzo, di ferro, di marmo; 13cinnamòmo, amòmo, profumi, unguento, incenso, vino, olio, fior di farina, frumento, bestiame, greggi, cavalli, cocchi, schiavi e vite umane. 14«I frutti che ti piacevano tanto, tutto quel lusso e quello splendore sono perduti per te, mai più potranno trovarli». 15I mercanti divenuti ricchi per essa, si terranno a distanza per timore dei suoi tormenti; piangendo e gemendo, diranno: 16«Guai, guai, immensa città, tutta ammantata di bisso, di porpora e di scarlatto, adorna d'oro, di pietre preziose e di perle! 17In un'ora sola è andata dispersa sì grande ricchezza!». 
Tutti i comandanti di navi e l'intera ciurma, i naviganti e quanti commerciano per mare se ne stanno a distanza, 18e gridano guardando il fumo del suo incendio: «Quale città fu mai somigliante all'immensa città?». 19Gettandosi sul capo la polvere gridano, piangono e gemono: «Guai, guai, immensa città, del cui lusso arricchirono quanti avevano navi sul mare! In un'ora sola fu ridotta a un deserto! 20Esulta, o cielo, su di essa, e voi, santi, apostoli, profeti, perché condannando Babilonia Dio vi ha reso giustizia!». 21Un angelo possente prese allora una pietra grande come una mola, e la gettò nel mare esclamando: «Con la stessa violenza sarà precipitata Babilonia, la grande città e più non riapparirà. 22La voce degli arpisti e dei musici, dei flautisti e dei suonatori di tromba, non si udrà più in te; ed ogni artigiano di qualsiasi mestiere non si troverà più in te; e la voce della mola non si udrà più in te; 23e la luce della lampada 
non brillerà più in te; e voce di sposo e di sposa non si udrà più in te. Perché i tuoi mercanti erano i grandi della terra; perché tutte le nazioni dalle tue malìe furon sedotte. 24In essa fu trovato il sangue dei profeti e dei santi e di tutti coloro che furono uccisi sulla terra». 

Anche qui vediamo, 18, 1-24 La caduta di Babilonia non è raccontata in se stessa, ma attraverso un coro di reazioni e commenti, che celebrano l’evento come già accaduto, segno della sua ineluttabilità. La descrizione si rifà ai testi profetici contro Babilonia (cfr. Is 21; cfr. Is 47; cfr. Ger 50-51; cfr. Ez 26-28). 18,4 Un’ altra voce dal cielo, quasi una voce fuori campo, invita i cristiani ad abbandonare la città, con la quale non hanno più nulla da spartire. 18, 21 una pietra, grande come una màcina: il gesto simbolico si ispira a cfr. Ger 51, 63-64. L’ angelo possente è l’angelo incaricato delle più importanti missioni (cfr. Ap 5, 2; cfr. Ap 10, 1-7).

Ma l'Apocalisse parla di un altra donna, Maria madre di Gesù è madre nostra, la vera ed autentica Regina del cielo, Ap. 12. 1Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Come 12 sono gli apostoli fondatori della chiesa nascente e 12 le tribu di israele (Mt 19. 28). "La regina sta alla tua destra, rivestita di un abito d'oro" (Sal 44, 9 traduzione della Settanta)