Il vero gregge di Dio

La Vera Chiesa è quella cattolica.

Le chiese Protestanti sono frazioni che sono state divise da chissa quale chiesa in passato, e questo già dimostra che sono senza sommo pastore. Mentre la chiesa cattolica dura da 2012 anni.

Infatti la scrittura dice : At 5, 36 Tempo fa sorse Tèuda, infatti, che pretendeva di essere qualcuno, e a lui si aggregarono circa quattrocento uomini. Ma fu ucciso, e quelli che si erano lasciati persuadere da lui furono dissolti e finirono nel nulla. 37 Dopo di lui sorse Giuda il Galileo, al tempo del censimento [Lc 2,2+] , e indusse gente a seguirlo, ma anche lui finì male, e quelli che si erano lasciati persuadere da lui si dispersero. 38 Ora perciò io vi dico: non occupatevi di questi uomini e lasciateli andare. Se infatti questo piano o quest’opera fosse di origine umana [Lc 20,4 ;Mt 15,13] , verrebbe distrutta; 39 ma, se viene da Dio, non riuscirete a distruggerli. Non vi accada di trovarvi addirittura a combattere [2Cr 13,12 ;2Mac 7,19] contro Dio!». Seguirono il suo parere

Mt 15, 13 Ed egli rispose: «Ogni pianta [At 5,38] , che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata.

Se foste stato vero quello che i fratelli separati affermano, la Chiesa cattolica non andava aventi per 2012 anni!
Ma Dio li avrebbe sradicati come in (Mt 15, 13).
E se ciò non è accaduto è la chiesa cattolica vive da 2012 anni e perchè: At 5, 39 ma, se viene da Dio, non riuscirete a distruggerli. Non vi accada di trovarvi addirittura a combattere contro Dio!».
http://www.youtube.com/watch?v=o2qG2NN9cuQ

 

La Chiesa, dal greco "ekklesìa" che significa "assemblea", "gruppo ", "riunione".

Cattolica, dal greco: καθολικός, katholikòs, cioè "universale".

Apostolica, dal greco απόστολος, apóstolo: 'inviato'.

Romana, che vuol dire con sede principale a Roma.

Dai documenti storici essa risulta essere la prima chiesa in assoluto, nata dal giorno del'ultima cena e dalla pentecoste, pasciata da Pietro e gli altri discepoli che per chiamata (vocazione) continueranno l'opera di Gesù Cristo fino al suo ritorno. 

La Chiesa cristiana che riconosce il primato di autorità al vescovo di Roma (il Papa), in quanto successore dell'apostolo Pietro sulla "cattedra" di Roma.

Il nome deriva dal fatto che la Chiesa "cattolica" mutua il greco καθολικός (katholikòs), aggettivo che significa «universale, secondo il tutto». Il termine compare per la prima volta con Ignazio di Antiochia (I sec.) che si rivolge alla comunità di Smirne: «Là dove c'è Gesù Cristo ivi è la Chiesa cattolica», ritenga sussistere in sé la Chiesa universale fondata da Gesù Cristo, a cui appartengono tutti i battezzati, distinguendo poi tra le Chiese che sono in piena comunione con la cattolica e coloro che appartengono invece alle altre Chiese o comunità che da essa sono separate.

La Chiesa cattolica nella costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen Gentium, 8, del concilio Vaticano II dichiara essere «l'unica Chiesa di Cristo, che nel Simbolo professiamo una, santa, cattolica e apostolica e che il Salvatore nostro, dopo la sua resurrezione, diede da pascere a Pietro (cfr. Gv 21,17), affidandone a lui e agli altri apostoli la diffusione e la guida» e dichiara che «Questa Chiesa, in questo mondo costituita e organizzata come società, sussiste nella Chiesa cattolica, governata dal successore di Pietro e dai vescovi in comunione con lui».

La Chiesa cattolica romana stabilisce il proprio effettivo giorno di nascita già nel mattino di PasquaHYPERLINK \l, quando Cristo risorto si rese manifesto alle donne e agli apostoli. Da allora essa si materializza come conseguenza dell'imperativo missionario di Gesù:

La Chiesa cattolica - che può a buon diritti definirsi tale solo dopo il Concilio di Trento - esiste in forma attuale nella chiesa retta dal vescovo di Roma, il papa, e da tutti i vescovi in comunione con lui; essa non esclude che la Chiesa universale possa sussistere, in gradi differenti, anche in altre chiese locali non in comunione con il vescovo di Roma.

 

La dottrina della chiesa cattolica non (Gv 7,14; 3,14+; 14,24) è sua, ma di colui che la ha mandata (Gv 20,21) attraverso gli insegnamenti (Mt 5,2; Mc 2,13; 10,1; Lc 4,31; Gv 8,2; Lc 8,10 Mt 13,10-11.13 ;Mc 4,10-12; Lc 24,27; Mc 12,24-27; Gv 16,29) nei secoli (2Tm 2,1; 3,14-16; 2Tes 2,15). Chi vuol fare la sua volontà, riconoscerà se questa dottrina viene da Dio, o se essa parla da se stessa. Chi parla da se stessa, cerca (Gv 8,50) la propria gloria, ma chi cerca la gloria di colui che la ha mandata è veritiera [Sal 92,16], e in essa non c’è ingiustizia.

 

 

La struttura ecclesiastica cattolica è organizzata secondo una gerarchia di livelli del sacramento dell'ordine sacro. In ordine decrescente essi sono:

Vescovo (Fil 1, 1; 1Tm 3,2; Tt 1,7; At 20,28), parola viene dal greco επίσκοπος epìscopos, che significa "supervisore", "sorvegliante", che rappresenta la successione degli apostoli, episkopoi è tradotto da BJ con «episcopi»; non sono ancora i nostri « vescovi », ma presbìteri o «anziani», incaricati di dirigere o di assistere la comunità (cf. Tt 1,5+ ).   

 

Presbitero o prete dal greco πρεσβύτερος, presbyteros, "anziano"; attraverso il latino presbyter deriva anche il termine italiano presbitero, collabora con il vescovo come suo sostituto;

Diacono, diaconi - dal greco διάκονος (diákonos), ovvero servitore collabora con il vescovo e con i presbiteri nella modalità del servizio, sono i loro assistenti ( 1Tm 3,8-13 ; cf. At 6,1-6 ).

Questi ordini (insieme, in passato, agli ordini minori) chiamati ad essere pastori e a pasciare l'unico gregge di Cristo e che costituiscono nel complesso il clero.

Non sono invece sacramenti, né gradi dell'ordine sacro, altri titoli e cariche che vengono attribuiti ai membri del clero in funzione dell'incarico loro affidato: né cardinale, né arcivescovo, né monsignore, o altri esempi. Lo stesso papa, per l'ordine sacro, è semplicemente il vescovo di Roma. Vescovo e presbitero sono sacerdoti in quanto possono celebrare in persona Christi (nella persona di Cristo), mentre il diacono, pur appartenendo al sacramento del ministero apostolico, lo svolge come diakonìa (servizio).

Tt 1, 5 Per questo ti ho lasciato a Creta: perché tu metta ordine in quello che rimane da fare e stabilisca alcuni presbìteri in ogni città, secondo le istruzioni che ti ho dato. perché tu metta ordine in quello che rimane da fare.

Paolo abitualmente getta le fondamenta dell’evangelizzazione, lasciando ad altri la cura di completarla (cf. 1Cor 1,17 ; 3,6 . 10 ; Col 1,7+ ; Rm 15,23+ ). - e stabilisca alcuni presbìteri in ogni città: secondo un costume ereditato dall’antico Israele ( Es 18,13s ; Nm 11,16 ; Gs 8,10 ; 1Sam 16,4 ; Is 9,14 ; Ez 8,1 . 11 ; ecc.) e dal giudaismo ( Esd 5,5 ; 10,14 ; Gdt 6,16 ; Lc 7,3 ; 22,66 ; At 4,5 ; ecc.; Flavio Giuseppe, Filone, ecc.), le prime comunità cristiane, sia a Gerusalemme ( At 11,30 ; 15,2s ; 21,18 ) che nella diaspora ( At 14,23 ; 20,17 ; Tt 1,5 ; 1Pt 5,1 ), avevano a capo un collegio di «presbìteri», anziani (senso etimologico) o notabili. Gli «epìscopi» (etimologicamente «sorveglianti», cf. At 20,28 ), che non sono ancora dei «vescovi», e appaiono in stretta relazione con i «diaconi» ( Fil 1,1 ; 1Tm 3,1-13 ; Padri apostolici), sembrano in certi testi ( 1,5 . 7 ; At 20,17 . 28 ) praticamente identici ai «presbìteri». Il loro titolo, che si incontra nel mondo greco, ma può essere anche di origine semitica (cf. il mebaqqer degli Esseni; cf. già Nm 4,16 ; 31,14 ; Gdc 9,28 ; 2Re 11,15 . 18 ; 12,11 ; ecc.), designa piuttosto una  funzione, un ufficio, mentre quello di «presbìtero» connota uno stato, una dignità. Può darsi che gli epìscopi siano stati designati, forse a turno, nel collegio dei presbìteri, per occupare certe cariche attive (cf. 1Tm 5,17 ). In ogni modo, i presbìteri e gli epìscopi cristiani, stabiliti dagli apostoli ( At 14,23 ) o dai loro rappresentanti ( 1,5 ) con l’imposizione delle mani ( 1Tm 5,22 ; cf. 1Tm 4,14+ ; 2Tm 1,6 ), non sono soltanto incaricati dell’amministrazione temporale, ma anche dell’insegnamento ( 1Tm 3,2 ; 5,17 ; Tt 1,9 ) e del governo ( 1Tm 3,5 ; Tt 1,7 ).

 1Tim 5, 19Non accettare accuse contro un presbitero senza la deposizione di due o tre testimoni.

2Gv 1Io, il presbitero, alla Signora eletta e ai suoi figli che amo nella verità, e non io soltanto, ma tutti quelli che hanno conosciuto la verità.

3Gv 1Io, il presbitero, al carissimo Gaio, che amo nella verità.

 

Ef 1, 22 Tutto [Sal 8,7 ;1Cor 15,24-28] infatti egli ha messo sotto i suoi piedi e [Col 1,18+.19+] lo ha dato alla Chiesa come capo su tutte le cose: 23 essa è il corpo di lui, la pienezza [4,10] di colui che è il perfetto compimento di tutte le cose. Ef 1,23 BJ: «la quale è il suo Corpo, la Pienezza di Colui che è riempito, tutto in tutti». La Chiesa, corpo di Cristo ( 1Cor 12,12+ ), può essere detta la «pienezza» (cf. ancora 3,19 ; 4,13 ) nella misura in cui abbraccia tutto il mondo nuovo che partecipa, come cornice dell’umanità, alla rigenerazione universale sotto l’autorità di Cristo Signore e capo (cf. Col 1,15-20+ ). L’espressione «di tutte le cose», lett.: «tutte le cose in tutte le cose», tende a suggerire un’ampiezza senza limiti (cf. 1Cor 12,6 ; 15,28 ; Col 3,11 ).

 


Primato di Pietro.

La Chiesa cattolica afferma che Gesù conferì all'apostolo Pietro l'autorità ultima su tutta la comunità dei suoi discepoli: secondo l'interpretazione cattolica Cristo conferì a Pietro nei pressi di Cesarea di Filippo il primato sugli altri apostoli e su tutta la Chiesa (Matteo 16,13-20) e lo riconfermò dopo la resurrezione nell'apparizione presso il lago di Tiberiade (Giovanni 21,15-19).

Il contesto del primo episodio è quello della domanda di Gesù ai discepoli riguardo alla sua identità. Alla risposta di Pietro «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente», Gesù replica: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

Nel secondo episodio invece Gesù chiede per tre volte a Pietro: «Simone di Giovanni, mi ami?», e ogni volta alla sua risposta affermativa replica: «Pasci le mie pecorelle.»

Tali passi sono interpretati dalla Chiesa cattolica nel senso forte di un primato di insegnamento e giurisdizione su tutta la Chiesa, e sono anche interpretati a fondamento della dottrina del primato papale. Essendo stato Pietro il fondatore, o almeno il primo vescovo della Chiesa di Roma, il suo primato si trasmette al suo successore nella stessa sede, quindi al vescovo di Roma.

Il ruolo del papa è andato crescendo nel II millennio, fino a raggiungere il suo apice nel XIX secolo con la dichiarazione sull'infallibilità papale del concilio Vaticano I.

 

Vediamo altri passi attinendi al primato di Pietro, Lc 5. 3Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca. 4Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». 10Gesù disse a Simone: «Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini».

Pietro è l'unico ed il solo timoniere della barca la chiesa, dove Cristo impone degli ordini della navigazione e di dove andare, dove gettare le reti di conversione per la salvezza dei peccatori, e per ammaestrare tutte le nazioni!

Gv 8. 31Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; 32conoscerete la verità e la verità vi farà liberi».

Vediamo qui che Gesù risponde a Pietro dicendogli di essere fedele e prudente per ottenere il comando sui suoi servitori.

Lc 12, 41 Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».  42 Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore [Mt 24,45-51 ;1Cor 4,1s]  fidato e prudente, che il padrone metterà "a capo" della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? 43 Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. 44 Davvero io vi dico che lo metterà "a capo" di tutti i suoi averi. Lc 12,42 l’amministratore: si tratta dunque di un servo costituito in autorità sugli altri servi, ciò che risponde bene alla domanda di Pietro, dove «noi» si riferisce agli apostoli. - di cibo: BJ traduce lett.: «di frumento». 

Ma io ho pregato per te, che non venga meno la tua fede; e tu, una volta ravveduto, CONFERMA (rinsaldare, rafforzare) i tuoi fratelli» (Lc 22,32). Questo e un altro passo che evidenzia Gesù che da autorità a Pietro sugli altri apostoli in sua vece confermando i suoi fratelli chiamati alla stessa missione evangelica, di CUI anche Paolo riprende il "confermarvi" nella dottrina e nella pratica della vita cristiana (Rm 1,11; 1Ts 3,2.13; 2Ts 2,17; 3,3; 1Cor 1,8; 2Cor 1,21; Col 2,7). 

 

A colui che ha il potere di CONFERMARVI secondo il vangelo che io annunzio e il messaggio di Gesù Cristo, secondo la rivelazione del mistero taciuto per secoli eterni (Rm 16,25). Infatti proprio colui che ha il potere di confermare, trasmette questo potere a Pietro.

Il Papa è il successore di Pietro il capo degli apostoli che ha autorità di confermare i suoi fratelli. Se si legge bene tutta la bibbia ci accorgeremo che Dio è il sommo pastore universale, che si serve di uomini (che guidano altri uomini "leader") che Egli guida "tutti" fino alla meta finale. Leggeremo pure che nomina dei sommi pastori es Mosè, sommi sacerdoti es Aronne, per non parlare poi di Enoch, Noè, Abramo, Isacco, Giacobbe, Giuseppe, Mosè, Giosuè, Davide Salomone ecc. insomma tutti leader.

Tutti uomini resi capi e re del popolo di Dio. Dio e vero uomo, lo stesso di "ieri, oggi e sempre" (Eb 13,8) non muta non cambia, e ciò vale pure per le nomine a capi nella sua chiesa. Quindi il Papa possiamo dire è il capo degli apostoli non della chiesa che è Cristo (Ef 5,23). E il re dello stato del vaticano non il sommo re dei re di tutta la chiesa universale (1Tm 6,15), intesa quella sulla terra e quella dei cieli.


 

Sant'Ambrogio ricordava: "Ubi Petrus ibi Ecclesia", dove c'è Pietro lì c'è la Chiesa. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli» (Mt 16, 18-19).

Dio Padre, che rivelandogli che era il Cristo parlandogli nello Spirito, tramite Gesù lo nomina, la pietra, la roccia, e su questa pietra edificherà la sua chiesa, la pietra della fede, no quella angolare che spetta a Cristo. Dio Padre Solo a Pietro da il carisma di parlare direttamente, e a nessun altro discepolo! Solo a Pietro gli vengono dati le chiavi per chi deve entrare o restare fuori del regno dei cieli. Solo a Pietro in <tutto quello che legerarai o scioglierai in terra sarà anche nel regno dei cieli> gli da la potenza della parola di Dio che fà è decide quello che vuole in terra. 2Cor 3, 3essendo manifesto che voi siete una lettera di Cristo, scritta mediante il nostro ministerio, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito dell'Iddio vivente; non su tavole di pietra, ma su tavole che son cuori di carne.

Ma attenzione!!! tutto questo, nella luce del carisma del Padre, no nella carne o del sangue, che di natura è votata alla morte. Noterete che subito dopo, Gesù lo caccia via dicendogli allontanati da me satana, tu ragioni come il mondo ma non come Dio Padre. Come se gli dicesse (non ti montare la testa) impara ad ascoltare la voce del Padre è non quella della carne o del sangue e del mondo, di cui il principe di esso e satana!

Nel linguaggio arcaico usato da Gesù, avere le "chiavi del regno" significa avere anche il potere su di esso, e "legare" e "sciogliere" riguardano l'attribuzione di responsabilità morale per le azioni nel prendere delle decisioni importanti: queste frasi significano praticamente "condannare" e "assolvere".

Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa" (Matteo, 16, 16-18). Seguono finalmente le parole: "A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli" (Matteo, 16, 19). Vale a dire che il potere delle chiavi scaturisce da un rapporto unico: una reciproca riconoscenza - "Tu sei il Cristo", "Tu sei Pietro" - in cui il ruolo di Pietro viene definito da Dio stesso (in Matteo, 16, 17, Cristo precisa che "né la carne né il sangue" hanno rivelato la sua identità a Pietro "ma il Padre mio che sta nei cieli"). Vuol dire che le chiavi date a Pietro hanno a che fare con l'identità profonda di Gesù come Messia ("Cristo") e salvatore, e simboleggiano perciò una salvezza che consiste precisamente nel perdono.

Riguardano anche la nuova identità del pescatore, chiamato a essere la "pietra" su cui Cristo edificherà una comunità, la Chiesa, col compito di prolungare la sua missione di salvezza mediante il perdono, e contro la quale neanche l'inferno potrà prevalere. Il modo in cui, all'asserto che "le porte degli inferi non prevarranno" contro la Chiesa (Matteo, 16, 18) segue immediatamente la consegna delle chiavi (16, 19), suggerisce che l'impotenza del regno infernale è direttamente correlata al potere del perdono affidato a Pietro, e che la Chiesa edificata su questa "pietra" è stabile in virtù di tale potere morale e spirituale.

Atti 4 11Questo Gesù è la pietra che, scartata a voi, costruttori, è diventata testata d'angolo. la testata d'angolo o pietra d'angolo (pietra angolare) è la prima pietra posta per la costruzione dell'edificio, l'edificio viene costruito "intorno" a questa pietra è la pietra che idealmente sorregge tutta la costruzione Gesù definisce se stesso pietra angolare (e viene ribadito anche da Pietro nelle sue lettere) si intende che Gesù la base del cristianesimo
intorno alla sua figura e ai suoi insegnamenti è nata una chiesa che viene spesso, nel simbolismo cristiano, confusa con la "pietra fondamentale"che invece è Pietro e non Gesù: "tu sei Pietro, e su questa pietra costruirò la mia Chiesa" come disse san Paolo in:

Ef 2 19Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, 20edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù. 21In lui ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; 22in lui anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito. Nel simbolismo cristiano Gesù è la pietra d'angolo, Pietro è la pietra fondamentale della fede in Cristo.

Chi è fuori dalla vera chiesa di Dio NON crescerà ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; NON edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito.

Gv.20 15 Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16Gli disse di nuovo: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci le mie pecorelle». 17Gli disse per la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: «Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecorelle. Quel Pasci le mie pecorelle fà diventare Pietro il pastorale di Cristo che guida la sua chiesa, il suo gregge, per mano sua è dello Spirito Santo.

  

Non possiamo fare di testa nostra, Ci sono delle regole, dei comandi da eseguire!!!.... Gesù disse a Pietro, pasci le MIE pecore, a TE darò le chiavi del MIO regno, tutto quello che legherai o scioglierai sarà legato e sciolto, concordato nei cieli. Fratello caro, tutto quello che accade nell nostra chiesa di misterioso (apparizioni stigmatizzazioni, ecc.. ecc. di cui ne sono testimone) è perchè Dio vuole che tutti entrino a far parte del gregge di Dio che ha comandato a Pietro di pasciare. Se si fà di testa propria es. Lutero, ex Mons. Milingo ecc.., stiamo freschi.....!!!! le chiese aumentano!!! Gli apostoli discutevano fra loro, di chi doveva sedersi alla destra di Cristo, ma egli rispose, solo il Padre lo sà, ma Gesù disse solo a Pietro che doveva essere il suo vice in terra, ne la carne ne il sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli te lo ha rivelato, cioè pasci le mie pecore.

Gesù che da il potere di rimettere i peccati........

Gv 20.21 Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi». 22Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; 23a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi»

2 CORINZI 5- 18Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. 19E' stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. 20Noi fungiamo quindi da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio.

Gesù disse: Mt.21- 19Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Mc. 16- 14Alla fine apparve agli undici, mentre stavano a mensa, 15Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura.

  

Carissimi....se riflettiamo bene su questi versetti, il <fino alla fine del mondo, Andate in tutto il mondo> fà significare che gli apostoli non sono morti, ma continuano ad essere tra noi, in veste di nuovi apostoli <i vescovi> che obbediscono ai comandi di Gesù. Quindi anche Pietro il primo apostolo, non è morto, ma continua a vivere in altre vesti <il Papa vescovo di Roma>.

Michea 4. 6«In quel giorno - dice il Signore -radunerò gli zoppi, raccoglierò gli sbandati e coloro che ho trattato duramente. 7Degli zoppi io farò un resto, degli sbandati una nazione forte. E il Signore regnerà su di loro sul monte Sion, da allora e per sempre. 8E a te, Torre del gregge, colle della figlia di Sion, a te verrà, ritornerà a te la sovranità di prima, il regno della figlia di Gerusalemme».

Atti 1 10ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: 11«Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che è stato di tra voi assunto fino al cielo, tornerà un giorno allo stesso modo in cui l'avete visto andare in cielo».Gli uomini di galilea erano gli 11 discepoli fondamento della chiesa nascente Ef 2.20.

Quindi è alla chiesa cattolica che un giorno ritornerà allo stesso modo in cui l'avevano visto andare in cielo», quindi crediamo solo ai nostri veri ed unici pastori.

Gv 13, 20In verità, in verità vi dico: Chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».

Mt 10, 40Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. 41Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto. 42E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

Lc 10, 16Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato».

Gv 18, 48Colui che, avendo ricevuto «le mie parole, le disprezza, avrà chi lo giudica» nell'ultimo giorno.

 

 

Sant'Ambrogio ricordava: "Ubi Petrus ibi Ecclesia", dove c'è Pietro lì c'è la Chiesa. Contrariamente a quanto le moderne sette cristiane ed evangeliche vogliono far credere, fin dalle origini, nelle primissime riflessioni teologiche fu ben chiaro come, seppure "primo tra i primi", il mandato che Gesù affidò a Pietro fu esclusivo e altamente significativo.

Matteo 16:18 "E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa."


Questo versetto è sicuramente tra i più conosciuti, studiati, analizzati e discussi nella storia della esegesi biblica cristiana. Gesù Cristo Dio nella sua missione non a caso scelse 12 apostoli costituendoli nella Fede e nelle opere al di sopra di ogni credente, e la loro vita, dopo l'ascesa di Gesù, testimoniò questa particolare missione che esercitavano nel ministero della Parola, della guarigione, della liberazione dai dèmoni, nel culto e nel fondare nuove comunità nelle città in cui approdavano. Tutto era regolato e disposto sotto la loro approvazione. Di fatto siamo già d'innanzi ad una prima gerarchia in quanto ognuno, seppur in regioni diverse, faceva riferimento in ultimo agli apostoli, Pietro per gli ebrei, Paolo per i gentili; le comunità si moltiplicavano e fiorivano sotto precise indicazioni pastorali e dottrinali e nessuno osava mettere in dubbio queste indicazioni che gli stessi apostoli ricevettero dalla bocca di Gesù.

Il primato Petrino è fondato sulle Scritture e segnatamente nel Nuovo Testamento sono diversi gli elementi che sostengono questa certezza:


• Matteo (Pietro è chiamato per primo ed è espressamente detto il primo degli apostoli e tipo del discepolo). Nella sezione ecclesiale (13,58-18,35) Matteo dedica diverso spazio a Pietro;

• 14,22-32 (Pietro cammina sulle acque e la sua fede “vacillante” conduce alla fede gli altri);

• 16,13-20 (al centro del Vangelo è posta la professione di fede di Pietro, garante dell’intera storia di Gesù, pietra posta a fondamento e chiave che apre il Regno perché custode della fede che riconosce Gesù come Messia;

• 17,24-27 (episodio della tassa del tempio: vicinanza a Gesù, autorità).

• Pietro è il primo fra gli apostoli, ha autorità, in vista della fede.

• Marco conferma questo essere primo di Pietro, ma ne sottolinea anche tutto il fallimento, i tradimenti, la fatica a comprendere e seguire Gesù sulla via della croce: Gesù risorto gli darà la capacità di vedere per primo (Mc 16,7).

• Luca il primato di Pietro è ancora più netto.

• 6,12-16 (elenco dei dodici)

• 12,35-48 (amministratore fedele e saggio che il padrone metterà a capo)

• 22,24-32 (il compito di confermare nella fede; il primato del servizio; il giudizio su Israele)

• 24,34 (primo testimone della Pasqua)

• Giovanni: 1,40-42 (il nome di Cefa)

• 6,67-69 (la professione di fede dopo il discorso del pane)

• 13,1-38 (lavanda dei piedi); 18,10-11 (colpo di spada)

• 20,1-10 (la corsa al sepolcro)

• 21 (il pastore)

• Atti: il governo della chiesa.


Pietro ha il primato della fede: riconosce il Signore, aderisce a lui e viene chiamato a confermare i fratelli che da lui attingono la garanzia della fede e quindi vengono guidati.

Questo confermare nella fede che esplicita e sostiene l’unica fede della Chiesa vissuta dai molti, è il cuore autentico del ministero petrino.


Sono molti i Padri della Chiesa che si sono soffermati su questa peculiarità direttiva di Pietro e dei suoi successori, leggere queste affermazioni, che in alcuni casi sono quasi contemporanee agli stessi apostoli o di pochi anni dopo la loro morte, deve far riflettere tutti coloro che sostengono che il Papismo è invenzione umana e si impose dall'imperatore Costantino in avanti. Se così fu com'è possibile che questa realtà fosse conosciuta e ben spiegata già diversi secoli prima?

Tra gli scritti che oggi possiamo conoscere abbiamo la lettera ai Corinti di Clemente Romano, indicato come il III pontefice, ebbe tanta autorità nell'antichità cristiana, benché sia rimasta una sola opera di sua produzione, da Origene, da Eusebio e da Girolamo, l'autore di questa lettera è identificato con il "collaboratore" di S.Paolo, nominato nell'epistola ai Filippesi: (4, 3).

La lettera scritta da Clemente Romano alla comunità di Corinto in Grecia verso il 96-98 d.C., la si assume generalmente come il documento patristico più antico. Si tratta di un intervento autorevole della chiesa di Roma negli affari interni della chiesa di Corinto, dove i presbiteri , cioè gli anziani della comunità, erano stati deposti dalla ribellione di alcuni non meglio identificati giovani riottosi. Abbiamo con questa lettera la prima manifestazione storica della coscienza del primato romano basato sull' autorità degli apostoli fondatori, Pietro e Paolo. Con il richiamo al ravvedimento e alla penitenza, a piegare le ginocchia del cuore, Clemente intende restaurare l'autorità violata della gerarchia locale che costituisce il fondamento e la garanzia della pace e dell'armonia dei membri che formano la Chiesa, il vero Corpo di Cristo.

Ecco uno stralcio significativo:

"XLIV, 1. I nostri apostoli conoscevano da parte del Signore Gesù Cristo che ci sarebbe stata contesa sulla carica episcopale. 2. Per questo motivo, prevedendo esattamente l'avvenire, istituirono quelli che abbiamo detto prima e poi diedero ordine che alla loro morte succedessero nel ministero altri uomini provati. 3. Quelli che furono stabiliti dagli Apostoli o dopo da altri illustri uomini con il consenso di tutta la Chiesa, che avevano servito rettamente il gregge di Cristo con umiltà, calma e gentilezza, e che hanno avuto testimonianza da tutti e per molto tempo, li riteniamo che non siano allontanati dal ministero. 4. Sarebbe per noi colpa non lieve se esonerassimo dall'episcopato quelli che hanno portato le offerte in maniera ineccepibile e santa. 5. Beati i presbiteri che, percorrendo il loro cammino, hanno avuto una fine fruttuosa e perfetta! Essi non hanno temuto che qualcuno li avesse allontanati dal posto loro stabilito. 6. Noi vediamo che avete rimosso alcuni, nonostante la loro ottima condotta, dal ministero esercitato senza reprensione con onore.


XLVII, 1.Prendete la lettera del beato Paolo apostolo. 2. Che cosa vi scrisse all'inizio della sua evangelizzazione? 3. Sotto l'ispirazione dello Spirito vi scrisse di sé, di Cefa, e di Apollo per aver voi allora formato dei partiti. 4. Ma quella divisione portò una colpa minore. Parteggiavate per apostoli che avevano ricevuto testimonianza e per un uomo (Apollo) stimato da loro. 5. Ora, invece, considerate chi vi ha pervertito e ha menomato la venerazione della vostra rinomata carità fraterna. 6. E' turpe, carissimi, assai turpe e indegno della vita in Cristo sentire che la Chiesa di Corinto, molto salda e antica, per una o due persone si è ribellata ai presbiteri. 7. E tale voce non solo è giunta a noi, ma anche a chi è diverso da noi. Per la vostra sconsideratezza si è portato biasimo al nome del Signore e si è costituito un pericolo per voi stessi...."

In un documento che è datato prima dell'anno 100(!) abbiamo addirittura la certezza della successione apostolica: "I nostri apostoli conoscevano da parte del Signore Gesù Cristo che ci sarebbe stata contesa sulla carica episcopale. Per questo motivo, prevedendo esattamente l'avvenire, istituirono quelli che abbiamo detto prima e poi diedero ordine che alla loro morte succedessero nel ministero altri uomini provati."

Questi fatti acquistano particolare rilievo se si considera che l'Apostolo San Giovanni, ancora vivo, si trovava ad Efeso, ben più vicino a Corinto che a Roma e non risulta che né i fedeli di Corinto, né lo stesso San Giovanni abbiano dubitato dell'autorità del Successore di Pietro per dirimere la questione.

Quindi conosciamo ed ammiriamo la verità che è riflesso di Dio e scartiamo le "panzane" di chi vorrebbe sostenere il contrario.


Un'altra importante testimonianza di quest'epoca a favore del primato del Successore di Pietro è la lettera inviata da Sant'Ignazio di Antiochia (†107) alla Chiesa di Roma. Anche in questa si manifesta in modo evidente ed esplicito il primato della Sede Romana sulle altre. Infatti, questa missiva è sostanzialmente differente da quelle inviate da lui nelle stesse circostanze (prigioniero portato dalla Siria a Roma, dove sarebbe stato martirizzato) ad altre Chiese, come Efeso, Magnesia, Tralia, Filadelfia e Smirne. Nella prima, il santo Vescovo di Antiochia scrive in tono sottomesso, nelle altre, in tono autoritario.

Inoltre, Sant'Ignazio riconosce alla Chiesa di Roma il potere di dirigere le altre Chiese, istruendole come discepoli del Signore e raccomanda la sua diocesi in Siria alla sollecitudine pastorale della Sede Romana e non a quella di qualunque altra Chiesa, seppur più vicina.


Una terza testimonianza è quella di Sant'Ireneo di Lione, Padre della Chiesa. Nato tra il 130 e il 140, morto intorno al 202, fu discepolo di San Policarpo, il quale, a sua volta, era stato discepolo di San Giovanni. Pertanto, fu in contatto quasi diretto con l'età apostolica.


Nel suo trattato Adversus haereses, parla chiaramente ed esplicitamente del primato della Chiesa Romana su tutte le altre Chiese e fa riferimento alla suddetta lettera di San Clemente Romano ai fedeli di Corinto, che aveva tra gli altri obiettivi "rinnovare la loro Fede" e "dichiarare la tradizione che aveva ricevuto dagli Apostoli".


Eloquente è anche l'intervento di Papa Vittore I (189-199) a proposito della data della commemorazione di Pasqua, che egli decise di unificare. Nella Provincia dell'Asia si obbediva a un altro calendario. Per risolvere la questione, il Papa convocò un Sinodo dei Vescovi italiani a Roma, scrisse ai Vescovi del mondo intero e, alla fine, invitò fermamente i Vescovi dell'Asia ad adottare la pratica della Chiesa universale, di celebrare sempre la Pasqua la domenica. Nel caso non lo avessero ubbidito, egli li avrebbe dichiarati esclusi dalla comunione della Chiesa.7 Vari Vescovi tentarono di moderare la decisione papale, incluso Sant'Ireneo, senza risultato, a quanto pare. Fatto è che, poco a poco, il costume romano diventò pratica comune in tutta la Chiesa. Si tratta di un'altra dimostrazione del riconoscimento universale del primato del Papa.

S.Ireneo, verso l’anno 170 d.C. nel suo libro "Contro le eresie" riporta un elenco completo dei vescovi della chiesa romana presa a riferimento come la chiesa principale ("potentior principalitas") "fondata dagli apostoli Pietro e Paolo".

Tertulliano, nel suo libro "De praescriptione Haereticorum" aveva esaltato la funzione della Chiesa Romana dicendo: "…la chiesa dei Romani attesta che Clemente fu ordinato da Pietro, nello stesso modo anche le altre chiese esibiscono coloro che, stabiliti dagli apostoli nell’episcopato, ritengono essere trasmettitori del seme apostolico… se tu sei vicino all’Italia, tu hai Roma, donde autorità si porge anche a noi in Africa. Felice, codesta chiesa (di Roma) per cui gli Apostoli hanno versato tutto il loro insegnamento insieme col loro sangue, dove Pietro fu reso conforme alla passione del Signore, dove Paolo fu coronato con una morte come quella di Giovanni (Battista) , dove l’apostolo Giovanni, dopo essere stato immerso nell’olio bollente senza nulla soffrire, fu relegato in un’isola…"(Sulla prescrizione degli eretici XXXVI).


Clemente Alessandrino (150-215) ricorda che, "quando Pietro ebbe predicato pubblicamente la Parola a Roma e dichiarato il Vangelo nello Spirito, molti degli ascoltatori chiesero a Marco, che lo aveva seguito da lungo tempo e ricordava i suoi detti, di metterli per iscritto" (Eusebio, Storia Ecclesiastica VI, 14).


Eusebio di Cesarea (260-337) ricorda come, sotto il regno di Claudio, la Provvidenza condusse Pietro a Roma per porre fine al potere di Simon Mago (Eusebio, Storia Ecclesiastica, II, 14). Egli inoltre ricorda come, a Roma, sotto l'impero di Nerone, Paolo venne decapitato e Pietro crocifisso (Eusebio, Storia Ecclesiastica, II, 25).


Girolamo (347-420) scrive che "Simon Pietro venne a Roma per debellare Simon Mago …occupò a Roma la cattedra episcopale per 25 anni, fino all'ultimo anno di Nerone …..fu crocifisso con il capo all'ingiù e i piedi rivolti verso l'alto, dichiarandosi indegno di venir crocifisso come il suo Signore" (Gli uomini illustri I).


Il sacerdote Gaio in una sua lettera contro il montanista Proclo, riportata da Eusebio di Cesarea, afferma:

"Io posso additarvi i trofei degli apostoli. Se tu andrai al Vaticano e alla via Ostiense, troverai i trofei di coloro che questa chiesa fondarono".


Ecco quante testimonianze di cristiani delle prime comunità che confermano con forza quello che la Chiesa ancora oggi afferma: Successione apostolica e primato Petrino sono fondamenti biblici e storici che nessuno può negare.