I GIGANDI sono davvero esistiti?

Ecco un esempio di documento e di verità biblica di cui poco si parla, ma che dimostra la veridicità della Scrittura sia come Storia archeologica che come presenza per chi crede di Dio.

SI I GIGANDI SONO DAVVERO ESISTITI.

Gn 6, 4 C’erano [Sir 16,7]  sulla terra i giganti a quei tempi – e anche dopo –, quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi [Dt 1,28+]  dell’antichità, uomini famosi.

Sir 16, 7Egli non perdonò agli antichi giganti, che si erano ribellati per la loro forza.

Non è tutto chiaro per noi in questo breve episodio di tradizione jahvista, ma l’autore riprende forse alcuni elementi di una tradizione popolare di carattere mitologico. La difficoltà sorge anzitutto dall’identità dei «figli di Dio» (cf. Dt 32,8+ ), poi dalla relazione che può esserci tra la loro unione con le figlie degli uomini e i giganti (lett.: nepilim , così BJ)  del v 4 . Si potrebbe pensare che questi ultimi (si pensi qui a Ez 32,17-32 , dove si parla esattamente di coloro che sono «caduti», significato di nepilim , e che sono stati posti o giacciono, malgrado il loro coraggio, tra le vittime della spada, come nel mito classico dei Titani) sono il risultato dell’unione dei «figli di Dio» con le figlie degli uomini, ma il testo dice soltanto che i nepilim in quel momento là abitavano sulla terra. Potrebbero essere i giganti (o titani) semitici, ma altrove vengono chiamati «figli di Anaq» o ‘anaqim (cf. Nm 13,28 . 33 ; Dt 1,28+ ). Senza pronunciarsi sul valore di questa credenza e velando il suo aspetto mitologico, l’episodio richiama solo questo ricordo di una razza insolente di superuomini, come un esempio della perversità crescente che sta per motivare il diluvio. L’ebraismo posteriore e quasi tutti i primi scrittori ecclesiastici hanno visto angeli colpevoli in questi «figli di Dio». Ma a partire dal IV secolo, i Padri, in funzione di una nozione più spirituale degli angeli, hanno comunemente interpretato i «figli di Dio» come la discendenza di Set e le «figlie degli uomini» come la discendenza di Caino.

Dt 1,28Dove possiamo andare noi? I nostri fratelli ci hanno scoraggiati dicendo: Quella gente è più grande e più alta di noi, le città sono grandi e fortificate fino al cielo; abbiamo visto là perfino dei figli degli Anakiti”.

Gli Anakiti, come anche gli Emìm, i Refaìm e i Zamzummìm o Zuzìm ( 2,10-11 ; .20-21 ; cf. Gen 14,5 ) sono i nomi leggendari dei primi abitanti della Palestina e della Transgiordania. Erano ricollegati ai favolosi Nefilìm ( Nm 13,33 e Gen 6,4 ) e si attribuivano loro i monumenti megalitici (cf. Dt 3,11 ). Gli Anakiti costituivano ancora, al tempo di Giosuè, un’aristocrazia sulla montagna di Ebron e nella regione marittima ( Gs 11,21s ; 14,12-15 ; 15,13-15 ; 21,11 ). I Refaìm si erano mantenuti nel paese di Basan ( 3,13 ; Gs 12,4s ; 13,12 ), ma anche in Giudea il loro ricordo è conservato dalla valle dei Refaìm a sud-ovest di Gerusalemme ( Gs 15,8 ; 18,16 ; 2Sam 5,18 ): gli uomini di  Davide fecero perire gli ultimi discendenti di Rafa, l’antenato eponimo ( 2Sam 21,16-22 ; cf. 1Cr 20,4-8 ). La parola repa’im designava anche le ombre dello še’ol (cf. Gb 25,5s ; Sal 88,11 ; Is 14,9 ; 26,14 . 19 ).

Dt 2, 10 Prima vi abitavano gli Emìm, popolo grande, numeroso, alto di statura [1,28+]  come gli Anakiti.  11 Erano anch’essi considerati Refaìm, come gli Anakiti, ma i Moabiti li chiamavano Emìm.

Dt 2, 20 Anche questa terra era reputata terra dei Refaìm: prima vi abitavano i Refaìm e gli Ammoniti li chiamavano Zamzummìm,  21 popolo grande, numeroso, alto di statura come gli Anakiti; ma il Signore li aveva distrutti davanti agli Ammoniti, che li avevano scacciati e si erano stabiliti al loro posto.

Nm 13,28 Ma il popolo che abita quella terra è potente, le città sono fortificate e assai grandi e vi abbiamo anche visto i discendenti di Anak.  29 Gli Amaleciti abitano la regione del Negheb; gli Ittiti, i Gebusei e gli Amorrei le montagne; i Cananei abitano presso il mare e lungo la riva del Giordano».  30 Caleb fece tacere il popolo davanti a Mosè e disse: «Dobbiamo salire e conquistarla, perché certo vi riusciremo».  31 Ma gli uomini che vi erano andati con lui dissero: «Non riusciremo ad andare contro questo popolo, perché è più forte di noi».  32 E diffusero tra gli Israeliti il discredito sulla terra che avevano esplorato, dicendo: «La terra che abbiamo attraversato per esplorarla è una terra che divora i suoi abitanti; tutto il popolo che vi abbiamo visto è gente di alta statura.  33 Vi abbiamo visto i giganti, discendenti di Anak [Dt 1,28+] , della razza dei giganti, di fronte ai quali ci sembrava di essere come locuste, e così dovevamo sembrare a loro».

Dt 3, 11 Perché Og, re di Basan, era rimasto l’unico superstite dei Refaìm [1,28+] . Ecco, il suo letto, un letto di ferro, non è forse a Rabbà degli Ammoniti? È lungo nove cubiti e largo quattro, secondo il cubito di un uomo. Questo letto di ferro (o di basalto ferruginoso) era forse uno dei dolmen che si scorgono nella regione di Amman. - Nove cubiti rappresentano circa 4 m.

Gs 11, 21 In quel tempo Giosuè andò a eliminare gli Anakiti dalla zona montuosa: da Ebron, da Debir, da Anab, da tutti i monti di Giuda e di Israele. Giosuè li votò allo sterminio con le loro città.  22 Non rimasero Anakiti nella terra degli Israeliti. Ne rimasero alcuni solo a Gaza, a Gat e ad Asdod.  23 Giosuè prese tutto il territorio, come il Signore aveva ordinato a Mosè. Giosuè lo assegnò in eredità a Israele, secondo le loro divisioni in tribù. E la terra [Gdc 3,11+]  visse tranquilla, senza guerra. Sugli Anakiti, cf. Dt 1,28+ . Questa notizia redazionale non si accorda con la conquista di Ebron da parte di Caleb ( 15,13-14 ; cf. 10,28+ ).

Gs 14, 12 Ora concedimi [Nm 14,24]  questi monti, di cui il Signore ha parlato in quel giorno, poiché tu hai saputo allora che vi sono gli Anakiti [Dt 1,28+]  e città grandi e fortificate; spero che il Signore sia con me e io le conquisterò secondo quanto ha detto il Signore!».  13 Giosuè lo benedisse e assegnò Ebron in eredità a Caleb [15,13-19 ;Gdc 1,10-15] , figlio di Iefunnè.  14 Per questo Caleb, figlio di Iefunnè, il Kenizzita, ebbe in eredità Ebron fino ad oggi, perché aveva seguito fedelmente il Signore, Dio d’Israele.  15 Ebron si chiamava prima KiriatArbà: costui [15,14]  era stato l’uomo più grande tra gli Anakiti. E la terra visse tranquilla [11,23] , senza guerra. Kiriat-Arbà: (cf. Gen 23,2 ; 35,27 ; Gdc 1,10 ; ecc.) significa «città dei quattro»: sia i quattro quartieri della città, sia i quattro clan che l’abitavano: Anak, avo eponimo degli Anakiti, e i suoi tre figli (cf. 15,14 ; Dt 2,10+ ).  Qui Arbà è diventato un nome di persona.

1Sam 17, 4 Dall’accampamento dei Filistei uscì uno sfidante, chiamato Golia [2Sam 21,19] , di Gat; era alto sei cubiti e un palmo.  5 Aveva in testa un elmo di bronzo ed era rivestito di una corazza a piastre, il cui peso era di cinquemila sicli di bronzo.  6 Portava alle gambe schinieri di bronzo e un giavellotto di bronzo tra le spalle.  7 L’asta della sua lancia era come un cilindro di tessitori e la punta dell’asta pesava seicento sicli di ferro; davanti a lui avanzava il suo scudiero. Golia:  2Sam 21,19 attribuisce la vittoria su Golia a uno dei prodi di Davide; questa tradizione sembrerebbe la più antica. La tradizione primitiva del c 17 parlava solo di una vittoria di Davide su un avversario anonimo, «il Filisteo». Il nome di Golia è stato aggiunto nei vv 4 e 23 . La statura del Filisteo arriva quasi ai tre metri. L’equipaggiamento e le armi che gli vengono attribuite rappresentano un guerriero come lo si poteva immaginare al tempo della redazione del testo.