Confessare i peccati

La confessione dei peccati
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Un altro argomento affrontato con i protestanti a riguardo a questo tema molto discusso, perché in A.T. dice che solo a Dio si devono confessare i peccati, e non a uomini! Ma come detto prima molte cose nel N.T. vengono messe a “nuovo”, anche la confessione. Gesù per mezzo del suo sangue ha redento l'umanità intera, ma è anche vero che lo spirito è pronto, ma la carne è debole” (Mc 14,37-38). Gesù sapeva dunque che conoscendo il cuore umano e prevedendo ogni cosa, sapeva che gli uomini sono deboli e preconosceva l'astuzia del diavolo, che avrebbe fatto del male ai servi di Dio, macchinando contro di loro, facendoli cadere di nuovo nel peccato. «Siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio!» (1 Cor 6,11).

Mt 3. 5Allora accorrevano a lui da Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalla zona adiacente il Giordano; 6e, confessando i loro peccati. Andavano dal Battista a confessargli i peccati per poi essere battezzati.

Con la venuta di Cristo nel N.T. cambiano alcuni aspetti sulla remissione dei peccati, Egli infatti perdonava i peccati in pubblico (Lc 5,20-25), cosa che agli scribi i farisei, sacerdoti del tempio e il sommo sacerdote non andava giù, accusandolo di bestemmiatore, indemoniato guidato dal demonio, è eretico, perché dicevano che solo Dio può perdonare i peccati e non gli uomini. Ma come sappiamo, Gesù non era un semplice uomo ma il figlio di Dio è Dio, ed aveva il potere di perdonare il peccati e addirittura di guarire qualsiasi tipo di malattia e infermità. 

Un giorno stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. Ed ecco, alcuni uomini, portando su un letto un uomo che era paralizzato, cercavano di farlo entrare e di metterlo davanti a lui. Non trovando da quale parte farlo entrare a causa della folla, salirono sul tetto e, attraverso le tegole, lo calarono con il lettuccio davanti a Gesù nel mezzo della stanza. Vedendo la loro fede, disse: "Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati". Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: "Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?". Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: "Perché pensate così nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire "Ti sono perdonati i tuoi peccati", oppure dire "Alzati e cammina"? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te - disse al paralitico -: àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua". Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio. Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: "Oggi abbiamo visto cose prodigiose" (Lc 5,17-26).

Anche Giovanni battista perdonava i peccati col battesimo: Allora accorrevano a lui da Gerusalemme, da tutta la Giudea e dalla zona adiacente il Giordano; e, CONFESSANDO i loro peccati (Mt 3,5-6).

Poi, insorgendo contro i due anziani, ai quali Daniele aveva "FATTO CONFESSARE" con la loro bocca di "avere deposto il falso" (FALSA TESTIMONIANZA), fece loro subire la medesima pena che avevano tramato contro il prossimo (Dn 13,61).

Quando sarà in condizione di colpa a causa di uno di questi fatti, dovrà CONFESSARE in che cosa ha peccato; poi porterà al Signore, come riparazione del peccato commesso, una femmina del bestiame minuto, pecora o capra, per il sacrificio espiatorio; il sacerdote compirà in suo favore il rito espiatorio per il peccato (Lv 5,5-6). 

Il v.5 non dice che dovrà confessare “in che cosa ha peccato” a Dio, ma pubblicamente a uomini! Poi tutto il resto al Signore per la remissione dei peccati. Quindi era lecito a quei tempi confessare i peccati anche a uomini speciali ritenuti profeti o re inviati di Dio!

Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi».  Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati» (Gv 20,21-23). Per soffiò: il soffio di Gesù simboleggia lo Spirito (in ebr.: soffio), principio di vita ( 6,63 ). Si trova qui lo stesso verbo raro di Gen 2,7 (cf. Sap 15,11 ): Cristo risorto dà ai discepoli lo Spirito che effettua come una ri-creazione dell’umanità. Possedendo fin d’ora questo principio di vita, l’uomo è passato dalla morte alla vita ( 5,24 ), non morirà mai ( 8,51 ). è il principio di un’escatologia già realizzata. Per Paolo (almeno nelle sue prime lettere), questa «ri-creazione» dell’umanità si produrrà solo al ritorno di Cristo ( 1Cor 15,45 , che cita Gen 2,7 ).

Giacomo 5, 16 dice chiaramente "Confessate perciò i vostri peccati gli uni agli altri", ma a chi era rivolto Giacomo? e chi erano questi "UNI" agli "ALTRI"?

Nel v.14 è scritto chiaramente "chiami presso di sé i presbiteri della Chiesa". Quindi Giacomo era riferito nella lettera e nel contesto solo ai "fratelli presbiteri" nel quale avevano ricevuto anche loro il dono per imposizione delle mani "lo Spirito Santo" che rimette e perdona i peccati!  

 

In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo (Mt 18,18). Gesù è rivolto sempre a coloro che riceveranno lo Spirito Santo per la remissione dei peccati!!!

A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli» (Mt 16,19). Per le chiavi del regno: proprio come la città della morte, la città di Dio ha delle porte: e lasciano entrare solo coloro che ne sono degni (cf. 23,13p ). Pietro ne riceve le chiavi. A lui spetterà dunque aprire o chiudere l’accesso del regno dei cieli, tramite la Chiesa. - «Legare» e «sciogliere» sono due termini tecnici del linguaggio rabbinico che si applicano innanzitutto al campo disciplinare della scomunica con cui si «condanna» (legare) o si «assolve» (sciogliere) qualcuno, e ulteriormente alle decisioni dottrinali o giuridiche con il senso di «proibire» (legare) o «permettere» (sciogliere). Pietro, quale maggiordomo (di cui le chiavi sono l’insegna, cf. Is 22,22 ) della casa di Dio, eserciterà il potere disciplinare di ammettere o di escludere come egli crederà meglio, e amministrerà la comunità con tutte le decisioni opportune in materia di dottrina e di morale. Sentenze e decisioni saranno ratificate da Dio dall’alto dei cieli. - L’esegesi cattolica ritiene che queste promesse eterne valgano non soltanto per la persona di Pietro, ma anche per i suoi successori; sebbene tale conseguenza non sia esplicitamente indicata nel testo, è tuttavia legittima in ragione dell’intenzione manifesta che Gesù ha di provvedere all’avvenire della sua Chiesa con un’istituzione che la morte di Pietro non può rendere effimera. - Due altri testi ( Lc 22,31s e Gv 21,15s ) sottolineeranno che il primato di Pietro si deve esercitare particolarmente nell’ordine della fede e che tale primato lo rende capo, non solo della Chiesa futura, ma già degli altri apostoli.

Gli porrò sulla spalla la chiave della casa di Davide: se egli apre, nessuno chiuderà; se egli chiude, nessuno potrà aprire (Is 22,22). L’apertura e la chiusura delle porte della «casa del re» era una funzione del visir egiziano, di cui il maggiordomo è l’equivalente in Israele. Questa sarà la funzione di Pietro nella Chiesa, regno di Dio ( Mt 16,19 ). Questo testo sarà citato da Ap 3,7 e applicato al Messia, come fa la liturgia nell’antifona del Magnificat nei vespri del 20 dicembre: « O clavis David et sceptrum domus Israël ».

All’angelo della Chiesa che è a Filadèlfia scrivi: “Così parla il Santo, il Veritiero, Colui che ha la chiave di Davide: quando egli apre nessuno chiude e quando chiude nessuno apre (Ap 3,7).

Lasciatevi riconciliare con Dio (2 Cor 5,20).

E Pietro disse: «Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo (At 2,38). Il battesimo è simbolo di pentimento di conversione di rimessi a nuova vita.

A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio (Gv 1.12); «Se diciamo di non aver peccato inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità» (1Gv.1:8-9). 

E nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme (Lc 24,47).

La conversione a Cristo, la nuova nascita dal Battesimo, il dono dello Spirito Santo, il Corpo e il Sangue di Cristo ricevuti in nutrimento, ci hanno resi « santi e immacolati al suo cospetto » (Ef 1,4), come la Chiesa stessa, Sposa di Cristo, è « santa e immacolata » (Ef 5,27) davanti a lui. Tuttavia, la vita nuova ricevuta nell'iniziazione cristiana non ha soppresso la fragilità e la debolezza della natura umana, né l'inclinazione al peccato che la tradizione chiama concupiscenza, la quale rimane nei battezzati perché sostengano le loro prove nel combattimento della vita cristiana, aiutati dalla grazia di Cristo. Si tratta del combattimento della conversione in vista della santità e della vita eterna alla quale il Signore non cessa di chiamarci. Dopo la pasqua, è lo Spirito Santo che convince il mondo quanto al peccato, cioè al fatto che il mondo non ha creduto in colui che il Padre ha inviato. Ma questo stesso Spirito, che svela il peccato, è Consolatore che dona al cuore dell'uomo la grazia del pentimento e della conversione. La penitenza interiore del cristiano può avere espressioni molto varie. La Scrittura e i Padri insistono soprattutto su tre forme: il digiuno, la preghiera, l'elemosina che esprimono la conversione in rapporto a se stessi, in rapporto a Dio e in rapporto agli altri, che « copre una moltitudine di peccati » (1 Pt 4,8).

Vedendo la loro fede, disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati». Gli scribi e i farisei cominciarono a discutere, dicendo: «Chi è costui che dice bestemmie? Chi può perdonare i peccati, se non Dio soltanto?».  Ma Gesù, conosciuti i loro ragionamenti, rispose: «Perché pensate così nel vostro cuore?  Che cosa è più facile: dire “Ti sono perdonati i tuoi peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”?  Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua».  Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio.  Tutti furono colti da stupore e davano gloria a Dio; pieni di timore dicevano: «Oggi abbiamo visto cose prodigiose» (Lc 5,20-26).

 

In questo brano del vangelo molto significativo in particolare nei v.20; v.23, dimostra chiaramente come l'uomo inviato da Dio unto con lo Spirito Santo, non solo può perdonare i peccati, ma ancora di più può guarire ogni sorta di malattia, che come dice Gesù: "Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua».  Subito egli si alzò davanti a loro, prese il lettuccio su cui era disteso e andò a casa sua, glorificando Dio".  

 

Opere miracolose che i santi della chiesa cattolica hanno dimostrato nell'arco dei 2013 anni di storia.

 

Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati [Rm 5,10] con sé mediante Cristo e ha affidato "a noi il ministero della riconciliazione". Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. In nome di Cristo, dunque, "siamo ambasciatori": per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio (2Cor 5, 18-20).

E' evidente che uomini comuni mortali nostri pari siano stati eletti come ambasciatori per Cristo quanto al ministero della riconciliazione.

«Se diciamo di non aver peccato inganniamo noi stessi, e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità» (1Gv 1,8-9).

Sacramento della Confessione (Riconciliazione) - P. Michele Vassallo

Gesù ed i peccatori di P. Raniero Cantalamessa

Confessione, abbraccio di Dio Card. Angelo Comastri

Perché bisogna confessare a un sacerdote i propri peccati