Immacolata Concezione

L'Immacolata Concezione (Immacolata: immacolato[im-ma-co-là-to] agg. 1 Non intaccato, non deturpato da alcunché SIN intatto 2 estens. Perfettamente bianco, candido 3 fig. Senza colpa, senza peccato SIN puro, incontaminato, Concezione 1 Elaborazione concettuale SIN progettazione: la c. di un'impresa militare; la c. di un romanzo 2 Complesso di idee elaborate su un dato argomento SIN visione: c. illuminista della storia

3 non com. Concepimento) è un dogma cattolico, proclamato da papa Pio IX l'8 dicembre 1854 con la bolla Ineffabilis Deus, che sancisce come la Vergine Maria sia stata preservata immune dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento. Da non confondere con il concepimento verginale di Maria.

 

Molti sono i Passi biblici che parla di essa, es..

Is 7, 14 Pertanto il Signore stesso vi darà un segno. Ecco: la vergine [Mt 1,23]  concepirà e partorirà [Mi 5,2]  un figlio, che chiamerà Emmanuele [9,5+].

Segno: il segno che il re Acaz ha rifiutato di chiedere gli è però dato da Dio. È la nascita di un figlio, il cui nome, Emmanuele, cioè «Dio con noi» (cf. 8,8 . 10 ), è  profetico (cf. 1,26+ ) e annuncia che Dio sta per proteggere e benedire Giuda. In altri testi ( 9,1-6 ; 11,1-9 ), Isaia svelerà con più precisione certi aspetti della salvezza apportata da questo figlio. Queste profezie sono un’espressione del messianismo regale, già abbozzato dal profeta Natan ( 2Sam 7 ) e che sarà ripreso più tardi da Mi 4,14 ; Ez 34,23 ; Ag 2,23 (cf. Sal 2 ; 45 ; 72 ; 110 ). È mediante un re, successore di Davide, che Dio darà la salvezza al suo popolo: è sulla persistenza della stirpe davidica che riposa la speranza dei fedeli di YHWH . Anche se Isaia ha in vista immediatamente la nascita di un figlio di Acaz, per esempio Ezechia, come sembra probabile a dispetto delle incertezze della cronologia, e come sembra aver compreso leggendo ( v 14 ): «tu gli metterai nome», si intuisce, dalla solennità data all’oracolo e dal senso forte del nome simbolico dato al figlio, che Isaia intravede in questa nascita regale, al di là delle circostanze presenti, un intervento di Dio in vista del regno messianico definitivo. La profezia dell’Emmanuele sorpassa quindi la sua realizzazione immediata, e legittimamente gli evangelisti ( Mt 1,23 citando Is 7,14 ; Mt 4,15 . 16 citando Is 8,23-9,1 ), poi tutta la tradizione cristiana, vi hanno riconosciuto l’annuncio della nascita di Cristo. - la vergine : con , precisando così il termine ebraico ‘alma che designa sia una giovane sia una donna appena sposata, senza esplicitare ulteriormente. Ma il testo della LXX è un testimone prezioso dell’interpretazione giudaica antica, che sarà consacrata dal Vangelo: Mt 1,23 rinviene qui l’annuncio della concezione verginale di Cristo. 


Così, fratelli, "noi" non siamo figli di una schiava, ma della "donna libera" (Gal 4,31).

Qui Paolo parla di una donna schiava che è Agar di cui Abramo ebbe Ismaele il figlio secondo la carne, che secondo certe tradizioni giudaiche, Ismaele «perseguitava» Isacco. In ogni caso, secondo la Bibbia, Sara, vedendo in Ismaele un rivale per il figlio, esige l’allontanamento di Agar (Gen 21,9).

Ma la donna libera ad un primo momento farebbe intendere Sara la moglie di Abramo, ma riflettendoci bene e leggendo tutto (Gal 4,28-31) visto che parla di "figli della promessa" v.28, una promessa che riguarda prima di tutto i Giudei (3,25-26; 13,46; Rm 1,16+; 9,4+) poi tutto il resto (At 2,39; 7,17; At 13,23). E Dio quando promette, promette sempre di salvarci da qualsiasi cosa, anche quella di avere una discendenza!

Poi dice "alla maniera di Isacco" v.28, maniera: cioè allo stesso modo di come era successo ad Isacco che colui che era nato secondo la carne perseguitava (1Ts 2,14+) quello nato secondo lo spirito v.29.

Ma Paolo potrebbe intendere per "donna libera" anche Maria (Lc 1,26-37), che alla stessa maniera di Sara e di Isacco perseguitato da Ismaele, Maria e Gesù vengono perseguitati, e ciò ci fa ricordare: Io  porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno (Gen 3,15).

Questo v constata l’ostilità fondamentale tra il serpente e l’umanità, ma lascia intravedere la vittoria finale dell’umanità: è un primo barlume di salvezza, il «Protovangelo». La traduzione greca, cominciando l’ultima frase con un pronome maschile, attribuisce questa vittoria non alla discendenza della donna in generale, ma a uno dei figli della donna: è così preparata l’interpretazione messianica già presente nella tradizione ebraica antica, ripresa poi ed esplicitata da molti Padri della Chiesa. Con il Messia, sua madre è implicata, e l’interpretazione mariologica della traduzione latina ipsa conteret è divenuta tradizionale nella Chiesa. 

Quindi quando Paolo dice che ne siamo "figli" di questa donna libera, dice che siamo anche figli di Maria, termine che troviamo anche in: "disse alla madre: «Donna, ecco il tuo figlio!»" (Gv 19, 26-27).

Invece la Gerusalemme di lassù [2Pt 3, 13; 2Cor 5,1; Fil 3, 20] è libera ed è la nostra madre (Gal 4, 26)

Maria è figura della nuova Gerusalemme celeste, sposa (Lc 5,35) del Signore e rivestita della sua luce (Ap 12,1), colta come la nuova Gerusalemme in cui Dio colloca la sua stabile dimora (2Pt 3, 13) (2Cor 5,1) (Fil 3, 20) in mezzo agli uomini di cui ne siamo le pietre vive (1Pt 2,5). 

 

Ma libera da che cosa? se anche Lei era discendente di Davie e di Abramo! Sicuramente dal peccato!

Donna libera dal schiavitù del peccato (Rm 6, 16-17; 2Pt 2, 19; Gv 8, 34), e dalla schiavitù (Rm 6,20) del demonio (Gv 8,34 schiavo: perché, essendo «dal mondo», è asservito al principe di questo mondo ( 12,31+ ), che lo domina ( 1Gv 5,19 ).  Egli obbedisce alle volontà del diavolo che vive, non nella verità, ma nella menzogna ( 8,44 ). - del peccato: con quasi tutti i testimoni; con D e altri BJ omette, ritenendolo un’aggiunta per influsso di Rm 6,16 . 20).

 

Rm 8, 3 Infatti ciò che era impossibile alla Legge, resa impotente a causa della carne, "Dio lo ha reso possibile": "mandando [Eb 2,14-18]  il proprio Figlio" "in una carne simile a quella del peccato e a motivo del peccato", egli ha condannato il peccato nella carne,  4 perché la giustizia della Legge fosse compiuta in noi, che camminiamo non secondo la carne ma secondo lo Spirito.

Cioè Dio ha reso possibile "che il proprio Figlio Gesù Cristo, scendesse in una carne simile al peccato e in vista del peccato (1Pt 1,19), e che prendesse una carne simile a quella del peccato e in vista del peccato", da Maria vergine.

Poteva Dio che è purezza assoluta, mandare suo figlio in una donna marchiata dal peccato? NOO!!

 

Eb 2, 14 Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo,  15 e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita. 

 

Eb 7, 26 Questo era il sommo sacerdote che ci occorreva: santo, innocente, senza macchia, separato dai peccatori ed elevato sopra i cieli.

Poteva coliu che è saparato dai peccatori, che nulla ha in comune con loro avere una madre macchiata dalla colpa? NO!

Rm 3 23tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, 24ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, in virtù della redenzione realizzata da Cristo Gesù. Maria ancor prima della nascita e redenzione di Cristo era la "piena di questa grazia" (Lc 1. 28), una grazia redentrice, ricevuta gratuitamente in virtù della nascita della redenzione dell'umanità.

Rm 5, 20 La Legge poi sopravvenne perché abbondasse la caduta; ma dove abbondò il peccato, sovrabbondò la grazia. Maria è la piena di grazia, quindi nessun peccato in lei.

Atti 13. 37Ma colui che Dio ha risuscitato, non ha subìto la corruzione. E da chi ha preso il corpo Gesù se non dalla vergine Maria!

Gen 3, 15 Io [Ap 12,17]  porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno».
Questo v constata l’ostilità fondamentale tra il serpente e l’umanità, ma lascia intravedere la vittoria finale dell’umanità: è un primo barlume di salvezza, il «Protovangelo». La traduzione greca, cominciando l’ultima frase con un pronome maschile, attribuisce questa vittoria non alla discendenza della donna in generale, ma a uno dei figli della donna: è così preparata l’interpretazione messianica già presente nella tradizione ebraica antica, ripresa poi ed esplicitata da molti Padri della Chiesa. Con il Messia, sua madre è implicata, e l’interpretazione mariologica della traduzione latina ipsa conteret è divenuta tradizionale nella Chiesa.

 

Ap 12, 17 Allora il drago si infuriò contro la donna e se ne andò a fare guerra contro il resto della sua discendenza, contro quelli che custodiscono i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù. [Dn 7 ;2Ts 2,3-12]

quelli che custodiscono i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù: duplice segno distintivo dei fedeli ( 14,1 ; cf. 14,12 ; 20,4 ; già 1,1 . 9 e Rm 8,29).

 

Maria viene chiamata dall'angelo Gabriele la piena di grazia Dio era in lei, quindi solo una creatura pura dal peccato originale poteva essere ripiena della grazia di Dio.
Lc 1. 26Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». 29A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. 30L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
34Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo». 35Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. 36Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei.

  

Maria è chiamata kekaritoomene la radice greca è karitoo quindi senza colpa, ove le due o denotano nel greco antico sovrabbondanza, Gesù è monogenes theos, l'unico Dio generato, quindi non puo' essere macchiato da colpa coliu che è Dio da DIO. Maria non e' semplicemente graziosa, ma e' piena della grazia di Dio.

  

 

« Quando non esistevano gli abissi, io fui generata; quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d'acqua. » (Proverbi 8,24)

« Tutta bella tu sei, amica mia, in te nessuna macchia » (Ct 4,7).

Ct 2, 2 Come un giglio fra i rovi, così l’amica mia tra le ragazze.
Ct 6, 9 Ma unica è la mia colomba, il mio tutto, unica per sua madre, la preferita di colei che l’ha generata. La vedono le giovani e la dicono beata. Le regine e le concubine la coprono di lodi: 10 «Chi è costei che sorge come l’aurora, bella come la luna, fulgida come il sole, terribile come un vessillo di guerra?».

Dio non poteva mai far scendere suo figlio in una carne corrotta dal peccato, perchè ne sarebbe stato incatenato è schiavo di satana, cosa decisamente impossibile! Quindi Maria diviene la nuova creatura, la nuova Eva in una nuova creazione, e Cristo il nuovo Adamo che ha redento tutta l'umanità dal principio alla fine.