Idolatria

 

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ADORARE O VENERARE LE STATUE e le immagini CRISTIANE DELLA CHIESA CATTOLICA E' IDOLATRIA?

Questo e un argomento "molto discusso" nel mondo protestante, nei riguardi dei cristiani cattolici, e quindi degli insegnamenti della chiesa cattolica. 

Dicono che perché noi ci siamo costruiti dei dipinti o delle statue e quindi degli idoli, siamo degli idolatri disubbidendo il comandamento di Dio che dice di non costruirci degli idoli (Es 20,1-4). 

 

Ma vediamo cos'è L'idolatria. 

L'idolatria dal greco (éidolon cioè idolo), e (latréia cioè culto), e dare il culto agli idoli. 

(Ez 23,49; 1Cor 10,14; Gal 5,20; Col 3,5 - Sap 14,28; 1Cor 5,10; 1Cor 6,9; 1Cor 10,7; Ap 21,8; Ap 22,15). 

Il termine "culto" deriva direttamente dal latino cultus, che significa "cura, coltivazione, adorazione", participio passato di colere, "coltivare". 

Questi offrono un culto che è immagine [Ap 11,19 ;Eb 9,23 ; 10,1] e ombra delle realtà celesti, secondo quanto fu dichiarato da Dio a Mosè, quando stava per costruire la tenda: Guarda [Es 25,40] – disse – di fare ogni cosa secondo il modello che ti è stato mostrato sul monte (Eb 8,5-6). (Lc 4,8; Mc 7,7; Es 35,21; Ap 9,20; 1Pt 4,3; Eb 12,28; Eb 9,21; Col 2,18; Fil 3,3; Rm 12,1; At 18,13; At 13,2; At 7,42; Gv 16,2; Ez 20,32; Sir 45,15; Sir 4,14; Sap 14,11-31; 1Mac 1,43). 

Il termine idolo dal greco (éidõlon) "figura", "simulacro" derivante a sua volta da (eidos) "forma", "aspetto". Ossia vuol dire il tutto, prendersi cura degli idoli venerandoli e adorandoli. (Gen 28,18; Gen 35,20; Sap 14, 11-31; 1Cor 8,4; At 7,41; Ab 2,18; Am 5,26; Dn 14,3-4-7; Ez 8,3;5;12; Ger 18,15; Ger 2,11; Is 48,5; Is 45,20 ; Is 44,10;17;19; Is 42,17; Is 41,7; Is 40,19; Sir 30,19; Sap 14,8; 1Mac 10,83; 2Cr 33,7;15; Dt 4,16; 5,8; 9,12; Es 20,4). 

 

Ma se noi leggiamo bene la bibbia, ci accorgiamo che ci sono "due aspetti di come rendere culto gli idoli", e cioè potremmo dire "quella giusta" voluta dal Signore, e "quella sbagliata" non voluta è condannata dal Signore che è idolatria. 

Quella giusta voluta dal Signore nel quale il culto e in maniera gradita con riverenza e timore (Eb 12,28), sono specificati anche (Gen 28,18; Gen 35,20; Es 31,18; Dt 10,1; Sir 35,16; Is 25,3; Gio 1,9; 1Re 8,9; Es 25,10-22; Nm 17,25; Eb 9,4; Nm 21,9; 1Re 5-6-7-8; 2Cro 3,10-11; Ez 41,17).  

 

Per es. leggiamo: Si prostrò con la faccia a terra davanti "all'arca del Signore" (quindi un idolo voluto dal Signore) fino alla sera e con lui gli anziani di Israele (Giosuè 7,6).  

Quindi Giosuè e gli anziani stanno idolatrando ossia prendendo cura e adorando un idolo giusto fatto costruire dal Signore, nel quale Dio che è spirito (Es 31,3; Es 40, 34) è presente nell'arca dell'alleanza dove nel suo interno sono presenti le due tavole di pietra nel quale sono scritte le 10 parole, le dieci leggi i 10 comandamenti, dove sopra a guardia di questa arca ci sono due cherubini, e quindi e tutto conforme alla volontà di Dio.

Un altro esempio biblico è quello di portare in “processione” l’arca dell’alleanza che come idolo era gradito al Signore: Giosuè disse ai sacerdoti: «Portate l'arca dell'alleanza e passate davanti al popolo». Essi portarono l'arca dell'alleanza e camminarono davanti al popolo (Gs 3,6).  

Nessuno che si compiace vanamente del culto degli angeli e corre dietro alle proprie immaginazioni, gonfio di orgoglio [Gal 6,12] nella sua mente carnale, vi impedisca di conseguire il premio (Col 2,18). Spiega la bibbia di Gerusalemme nuovo verbum che: culto degli angeli: il culto celeste offerto dagli angeli piuttosto che un’adorazione degli angeli. - proprie immaginazioni: BJ, con P46, A, B, ecc., legge: «le cose che ha visto»; BC sta con C, D, F, G e altri codici che hanno: «che non ha visto». - Paolo rimprovera qui, ai dottori di Colosse, sia di fidarsi delle loro «visioni», sia semplicemente di costruire tutta la loro religione sulle cose visibili.

I pasti sacri. Non scendere a patti con l’idolatria. 

Perciò, miei cari, state lontani dall’idolatria. Parlo come a persone intelligenti. Giudicate voi stessi quello che dico: il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse comunione [11,23-26+] con il sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione con il corpo di Cristo? [il calice: quello cioè su cui pronunciamo la benedizione, come Cristo al momento dell’ultima cena] Poiché vi è un solo pane, noi siamo, benché molti, un solo corpo [12,12+]: tutti infatti partecipiamo all’unico pane. [Con la comunione al corpo di Cristo, i cristiani sono uniti a Cristo e tra loro. L’eucaristia realizza l’unità della Chiesa in Cristo (cf. 12,12+]. Guardate l’Israele secondo la carne: quelli che mangiano le vittime sacrificali non sono forse in comunione [Lv 3,1+] con l’altare? [l’Israele secondo la carne: cioè l’Israele della storia (cf. Rm 7,5+]. I cristiani, invece, sono «l’Israele di Dio» [ al 6,16], il vero Israele. Che cosa dunque intendo dire? Che la carne sacrificata agli idoli vale qualcosa? O che un idolo vale qualcosa? No, ma dico che quei sacrifici sono [Dt 32,17] offerti ai demòni e non a Dio. Ora, io non voglio che voi entriate in comunione [2Cor 6,14-16] con i demòni; non potete bere il calice del Signore e il calice dei demòni; non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demòni (1Cor 10,14-21).

 Nei vv 16-18 la comunione eucaristica con Cristo è paragonata ai pasti sacrificali dell’AT dove i fedeli sono in comunione con l’altare. Nel v 21 la tavola eucaristica è messa in contrapposizione a quella dei pasti sacri che seguono i sacrifici pagani. Paolo colloca l’eucaristia in una prospettiva sacrificale.) 22 O vogliamo provocare la gelosia [Dt 4,24+] del Signore? Siamo forse più forti di lui? (La gelosia di Dio ( Es 20,5 ; Dt 4,24 ), che l’AT legava al tema nuziale ( Os 2,21s+ ), ricompare anche nel NT. Qui la parola ha il suo senso pieno, perché l’adorazione del vero Dio esclude ogni «comunione» con l’idolatria; altrove insiste su una fedeltà che bisogna custodire a qualunque prezzo (2Cor 11,2) o sull’ardore nel servizio della fede (At 22,3 ; Rm 10,2 ; Gal 1,13-14 ; Fil 3,6). 

Chi la venera (la sapienza) rende culto a Dio, che è il Santo, e [Pr 8,17 ;Gv 14,21] il Signore ama coloro che la amano (Sir 4,14). 

La stessa cosa quindi, chi venera i SANTI, che come angeli di Dio (1Sam 29,9; 2Sam 14,17; 2Sam 19,27; Mt 22,30; Gv 1,51), figli di Dio (Gv 10,34; Sal 82,6) inviati (Gv 20,21), tralci (Gv 15,5), membra vive (Rm 12,5; 1Cor 6,15) del Signore, nel quale come tempi (Gv 2,21; 1Cor 3,16-17) nello Spirito Santo (Mt 10,20; 12,18 .28; Lc 1,35 .67 .80; 2,26; 3,22; 4,1 .18; Gv 14,17 .26; 15,26; 16,13; 20,22; At 1,8; 2,4 .17-18; 4,31) Egli dimora (Gv 6,56; Gv 14,10; Gv 14,17; Gv 14,23; Gv 15,5), incoronati (1Cor 9,25; Fil 4,1; 1Tes 2,19; 2Tim 2,5; 2Tim 4,8; Giac 1,12; 1Pt 5,4; Ap 2,10; 3,11), come astri nel mondo è splendenti come il sole (Fl 2,15; Dn 12,3; Ef 5,8; Mt 13,43; Gv 3,21; 2Cor 3,18) che pregano (Ap 8,3-4) in paradiso (Mc 12,27; Lc 9,30; 1Cor 6,2), rende culto in maniera gradita con riverenza e timore al Signore!

La venerazione è una forma di omaggio religioso verso una divinità, oppure verso una persona (defunta o, più raramente, vivente) o verso un oggetto sacro (ad esempio una reliquia). Filologicamente, venerare deriva dal verbo latino venerari, che significa offrire reverenza e rispetto.

Nel Cristianesimo tradizionale (Cattolicesimo e cristianesimo Ortodosso in particolare), la venerazione dei santi è l'onore reso a coloro che, dopo una vita secondo la volontà divina, sarebbero giunti in paradiso, e attraverso loro onorare Dio che li fece e nella cui immagine essi furono fatti.

Nella teologia cattolica e in quella ortodossa, la venerazione è un tipo di onore distinto dall'adorazione, che è dovuta solo a Dio. I teologi della chiesa hanno da tempo adottato il termine latria (cultus culto coltivare) per l'adorazione dovuta solo a Dio e dulia (dal greco doulia; in latino servitus) per la venerazione offerta ai santi e alle icone. La teologia cattolica include anche il termine iperdulia (è il culto rivolto alla madre di Gesù, che si differenzia da quello dei santi, che viene definito semplicemente dulia culto di livello "inferiore") per il tipo di venerazione specificatamente offerta a Maria, la madre di Gesù. Questa distinzione è chiarita nelle conclusioni dogmatiche del Settimo Concilio ecumenico (anno 787), che decretò anche che l'iconoclastia (proibizione delle icone e della loro venerazione) è un'eresia che equivale alla negazione dell'incarnazione di Gesù Cristo. La venerazione può mostrarsi esteriormente con un rispettoso inchino o dal farsi il segno della croce davanti all'icona o immagine di un santo o alle sue reliquie o alla sua statua. Questi oggetti sono spesso anche baciati.

L'idolatria sbagliata (De 4, 15-31; Lev 20,5; 2Cro 24,18; Ger 44,3; Is 44,15; Is 44,17; Is 66,3; 1Re 22,54) ossia quando prostri l' immagine e somiglianza di Dio che è nell'uomo, scultura vivente di Dio in altri dei inesistenti o a demoni (Dt 32,17; 2Cro 11,15; Bar 4,7; Sal 106,37; 1Cor 10,20-21; Ap 9,20; Ap 16,14; Ap 18,2) in cui non sono a sua immagine e assomiglianza, quella che molte volte vediamo condannata dal Signore!  

Per es. Ma Dio si allontanò da loro e li abbandonò al culto degli astri del cielo, astri del cielo (At 7,42), lett.: «esercito del cielo» (BJ); modo biblico di indicare gli astri, spesso divinizzati (cf. Dt 4,19 ; 17,3 ; 2Re 21,3-5 ; Ger 8,2 ; 19,13 ; Sof 1,5 ).  

Voi avete innalzato Siccut come vostro re e Chiion come vostro idolo, e Stella come vostra divinità (Am 5,26). Tutte cose fatte da voi. Siccut... Chiion: questi nomi di divinità babilonesi sono vocalizzati come šiqqu s , «abominio, idolo ». Si tratta di Sakkut ( sag-kud ), il dio Ninurta associato a Saturno, e di Kayamanu, «permanente», una delle denominazioni di Saturno. Questi culti astrali erano stati introdotti nel regno del nord dagli Aramei. Il v è incerto: BC rispetta l’ordine del TM, interpretando come sing. s almekem in riferimento a Chiion; BJ considera «la stella del vostro dio» come probabile glossa, la sposta dopo Chiion e traduce: «Voi porterete Siccut, vostro re, e la stella del vostro dio, Chiion, queste immagini che vi siete fabbricate». 

Io volgerò il mio volto contro quell’uomo e contro la sua famiglia ed eliminerò dal suo popolo lui con quanti si danno all’idolatria [1Re 11,7] come lui, prostituendosi a venerare Moloc (Lv 20,5), ossia un dio pagano. 

Il resto dell’umanità, che non fu uccisa a causa di questi flagelli, non si convertì [Am 4,6+] dalle opere [Is 17,8] delle sue mani; non cessò di prestare "culto ai demòni" "e agli idoli" [Dn 5,4 ;Sal 135,15-17] d’oro, d’argento, di bronzo, di pietra e di legno, che non possono né vedere, né udire, né camminare; ai demòni e agli idoli (Ap 9,20): BJ traduce: «ai demòni, questi idoli», ossia idoli pagani.

Il termine pagano dal latino paganus, ossia "abitante del villaggio", che adoravano altri dei e non erano conformi al volere di Dio. 

Ma per idolatria sbagliata è anche tutto ciò che noi poniamo dinanzi a noi al posto di Dio sostituendolo ad esempio con la carriera, il lavoro, le cose materiali, la cupidigia, lo sport, i sentimenti della carne, il sesso, seguire o curare altre mentalità non conformi al Signore. 

Ovviamente nessuno dice di adorare "la materia" che contiene lo Spirito, ma lo Spirito/i (anime) che la materia raffigura è rappresenta che hanno occhi, orecchie e labbra. E ciò che "v’immaginate" in cuor vostro non avverrà, mentre voi andate dicendo: “Saremo come le nazioni, come le tribù degli altri paesi, che prestano culto al legno e alla pietra” [cioè materia] (Ez 20, 32). A che giova un idolo scolpito da un artista? O [Os 3,4 ;Ez 21,26 ;Zc 10,2] una statua fusa o un oracolo falso? L’artista confida nella propria opera, sebbene scolpisca idoli muti. Guai [Is 40,20+] a chi dice al legno: «Svégliati», e alla pietra muta (Ab 2,18-19) : «Àlzati». Può essa dare un oracolo? Ecco, è ricoperta d’oro e d’argento, ma dentro non c’è soffio vitale (lo spirito). Guai a chi dice del v. 19: l’ultima delle cinque imprecazioni non è più rivolta al conquistatore ( v 6+ ), ma al fabbricante di idoli, l’«artista» del v 18 . - Può essa dare un oracolo ?: in BJ è in forma positiva e parte del precedente discorso diretto. Cosi anche noi non adoriamo, non diamo culto alla materia o uno spirito immaginario che non esiste, ma allo spirito vero, nel quale l’idolo conforme a Dio raffigura è rappresenta! Cioè Dio e chi è innestato in Dio.

Come detto prima, le statue ecc. da 2000 anni raffigurano e rappresentano tutto ciò che è cristiano, (figli di Dio che hanno saputo seguire Cristo in maniera tale da entrare nel regno dei cieli) innestati in Cristo, nel quale Cristo opera in loro, e non sono assolutamente paragonabili alle divinità o dei pagani delle altre culture delle religioni passate e moderne. 

L'idolatria e prendersi cura degli idoli adorandoli e venerandoli nel quale rappresentano e raffigurano una divinità giusta o sbagliata che sia. 

Dopo che Dio creò il mondo, volle mettere al di sopra di ogni cosa creata, la sua immagine e sua assomiglianza, l'uomo. 

L’uomo è stato creato a immagine di Dio. L’uomo stesso è il simulacro di Dio. E dunque per conoscere Dio, l’uomo ha a disposizione se stesso: conoscendo maggiormente se stesso nel suo essere immagine di Dio e nel suo agire conformemente a tale immagine, conosce maggiormente Dio. E nello stesso tempo, è anche altrettanto vero che conoscendo Dio nel suo essere e nelle sue opere, l’uomo conosce maggiormente anche se stesso.  

Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra IMMAGINE, secondo la nostra SOMIGLIANZA: dòmini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». E Dio creò l’uomo a sua IMMAGINE; a IMMAGINE [Gn 5,3] di Dio lo creò (Gn 1,26-27). 

Il termine concreto «immagine» ripetuto tre volte, implica una similitudine fisica, come tra Adamo e suo figlio (5,3). Questo rapporto con Dio separa l’uomo dagli animali. Suppone inoltre una similitudine generale di natura, ma il testo non dice in che cosa precisamente consistano questa «immagine» e questa «somiglianza». Essere a immagine e somiglianza di Dio sottolinea il fatto che, dotato di intelligenza e di volontà, l’uomo può entrare attivamente in relazione con Dio. Ma per altri l’uomo sarebbe a immagine di Dio perché riceve da lui un potere sugli altri esseri viventi. - su tutti gli animali selvatici: con sir. ; il TM legge: «su tutta la terra».

Dio ci ha creati a sua immagine è somiglianza per stare al disopra di tutti questi esseri animali è vegetali. Con l'idolatra si fa in modo che l'immagine e assomiglianza di Dio presente nell'uomo, si prostri d'avanti in adorazione a questi animali come se fossero dei. Quando Dio creò l'uomo a sua immagine, l'uomo era immerso, nel suo amore, nella sua vita eterna, non aveva altre immagini in sé, come L'IO, che è entrato in seguito col peccato! L'IO quindi diventa un’altra immagine come un Dio, che si mette al posto di Dio sostituendolo, dicendogli continuamente, non ho bisogno di te, ed è idolatria. Nell'istante in cui l'uomo accetta Dio con sincero pentimento ed osserva tutti i suoi comandamenti, l'immagine di Dio ritorna a risplendere in lui rinnestandolo di nuovo nella vite diventando un tutt' UNO col creatore. 

Dio si è reso visibile in Gesù Cristo. Essendo Egli il Figlio Unigenito di Dio, unito intimamente a Dio Padre “Io e il Padre siamo una cosa sola” (Gv 10,30). Egli ci fa conoscere in maniera piena, perfetta e definitiva Dio Padre: “Chi vede me, vede il Padre” (Gv 14,9). Gesù Cristo è l’Immagine perfetta visibile del Dio invisibile. 

Infatti: Dio ha creato l'uomo a sua immagine, o meglio "lo ha predestinato da essere conforme all'immagine del Figlio suo perché egli sia il primogenito tra molti fratelli"(Rm 8,29). 

Un tempo, Dio essendo Spirito, non avendo né corpo né figura, non poteva in alcun modo essere rappresentato da una immagine, come Mosè disse: Poiché dunque non vedeste alcuna figura, quando il Signore vi parlò sull'Oreb dal fuoco, state bene in guardia per la vostra vita, perché non vi corrompiate e non vi facciate l'immagine scolpita di qualche idolo, la figura di maschio o femmina, la figura di qualunque animale, la figura di un uccello che vola nei cieli, la figura di una bestia che striscia sul suolo, la figura di un pesce che vive nelle acque sotto la terra; perché, alzando gli occhi al cielo e vedendo il sole, la luna, le stelle, tutto l'esercito del cielo, tu non sia trascinato a prostrarti davanti a quelle cose e a servirle; cose che il Signore tuo Dio ha abbandonato in sorte a tutti i popoli che sono sotto tutti i cieli (De 4,15-19). 

Ma questo è un po’ in contraddizione perché Mosè la prima volta che Dio li apparve, vide: L’angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto (Es 3,2), ed anche: L'angelo di Dio, che precedeva l'accampamento d'Israele, cambiò posto e passò indietro (Es 14,19). Quindi sia Mosè, che dopo il resto degli Israeliti "videro l'angelo di Dio", e quindi potevano farsi delle statue che gli raffigurasse e rappresentasse!  

Ma allora perché Mosè diede quella disposizione al popolo?

Questo mi fa tanto ricordare quando Gesù disse: "per la durezza del vostro cuore" Mosè "vi ha permesso" ecc. ecc. (Mt 19,8).

Quindi Mosè perché era il capo "permetteva" anche disposizioni fuori ma sempre nella conformità del volere di Dio, come (De 4,15-19) per paura che cadessero in idolatria (nonostante abbiano visto l'angelo del Signore), e fossero puniti nuovamente dal Signore, che voleva sterminarli tutti, e fare un nuovo patto con Mosè come aveva fatto con Abramo, quando si fecero il vitello d'oro!

Ma ora che Dio si è fatto vedere nella carne e nel corpo di Cristo che ha vissuto con gli uomini, posso fare una immagine di ciò che ho visto di Dio. 

Dunque l’Incarnazione di Cristo giustifica nel cristianesimo il realizzare, il possedere, il venerare le immagini religiose dice bene S. Paolo: Egli è IMMAGINE del Dio invisibile [Spirito] (Cor 1,15). Quindi posso farmi una sua immagine o statua che lo rappresenta in terra, e non solo, anche di tutti quelli che sono innestati in lui come tralci è riflettono la sua immagine e la sua gloria, come gli angeli ed i santi. 

In quel giorno voi saprete che "io sono nel Padre" e "voi in me" e "io in voi". Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà "e noi verremo a lui" e "prenderemo dimora presso di lui" (Gv 14,20.23). Quindi se Dio dimora in San Pio, che opera in lui, possiamo anche farci una immagine o statua del santo senza cadere in idolatria. E se Dio prende dimora in noi sculture viventi, quindi non è sbagliato attaccare al muro una immagine di un santo o inginocchiarsi ad una statua che lo rappresenta, perché in fin dei conti Dio è in lui. 

 

Altro esempio: Daniele rispose: «Io non adoro idoli fatti da mani d'uomo, ma soltanto il Dio vivo che ha fatto il cielo e la terra e che è Signore di ogni essere vivente» (Dn 14,5). Vedete cosa dice qui "da mani d'uomo" cioè lavorati è costruiti con le mani di uomini. Ma anche i cherubini dell'arca, il serpente di rame ecc. furono fatti da mani d'uomo! quindi perché l'idolo del Signore SI è gli altri NO?

Ecco la risposta: Per questo è evidente che essi non sono dèi; non temeteli, dunque! (Bar 6,14). Mi [Is 45,6] resero geloso con "ciò che non è Dio", mi irritarono con i loro "idoli vani" (Dt 32,21); Un popolo ha cambiato i suoi dèi? Eppure quelli non sono dèi! Ma [Es 24,16+ ;Sal 106,20 ;Rm 1,23] il mio popolo ha cambiato me, sua gloria, con un idolo inutile (Ger 2,11). 

Quindi Dio si riferisce a FALSI DEI, IDOLI VANI, CIO’ CHE NON E’ DIO!
Mentre
cosa dice Gesù su di noi “figli di Dio”: «Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dei? (Gv 10,34); Io ho detto: «Voi siete dei, siete tutti figli dell'Altissimo» (Sal 82,6).  

Quindi se noi siamo dei, tutti figli dell'altissimo e conformi al volere di Dio, possiamo farci delle immagini, statue ecc., per venerarle senza cadere in idolatria, perché Dio è in noi che riflettiamo la sua essenza spirituale e vitale. 

Vediamo un altro esempio che ci incuriosisce molto.

"Non vi farete" e "non metterete" in piedi "né idoli", "né sculture", "né monumenti". Nel vostro paese non rizzerete pietre scolpite per prostrarvi davanti a loro, poiché io sono il SIGNORE vostro Dio (Lev 26,1).

Qui dice chiaramente di non fare, o di rialzare o costruire "Ne Monumenti", "ne idoli", "ne sculture"! Un monumento (dal latino monumentum, "ricordo", da monère, "ricordare") è un'opera architettonica di grande valore artistico e storico. Il termine in origine indicava solamente delle strutture che commemoravano un personaggio storico o un avvenimento, ma per estensione oggi il significato comprende anche tutte le costruzioni storiche di una città o di un Paese. Anticamente, i monumenti principali erano quelli funerari e, durante l'Impero romano, quelli dedicati agli imperatori e alle loro imprese. Si trattava di statue o obelischi.

Eppure perché misero in piedi questi monumenti e sculture? E di quale conformità erano? Poi dispose "sette piramidi", l’una di fronte all’ altra, per il padre, per la madre e per i quattro fratelli (1Mac 13,28).

I monumenti a piramide sono caratteristici dell’arte funeraria dell’epoca. E Quando egli fu giunto all'altra riva, nella contrada de' Ghergheseni, gli si fecero incontro due indemoniati, usciti de' "monumenti", fieri oltre modo, talché niuno poteva passar per quella via (Mt 8,28); Guai a voi, Scribi e Farisei ipocriti! perciocché voi edificate i sepolcri de' profeti, e adornate i "monumenti" de' giusti (Mt 23,29); E i "monumenti" furono aperti e molti corpi de' santi, che dormivano, risuscitarono. 53E quelli, essendo usciti de' "monumenti" dopo la risurrezione di Gesù, entrarono nella santa città, ed apparvero a molti (Mt 27,52); Io concederò nella mia casa e dentro le mie mura "un monumento" e un nome più prezioso che figli e figlie; darò loro un nome eterno che non sarà (Is 56,5); Chiamò quella stele con il suo nome e la si chiamò "monumento di Assalonne" fino ad oggi (2Sam 18,18); E, come Gesù fu uscito della navicella, subito gli venne incontro da' "monumenti", un uomo posseduto da uno spirito immondo. Il quale avea la sua dimora fra i "monumenti", e niuno potea tenerlo attaccato, non pur con catene (Mc 5,2-3); E del continuo, notte e giorno, fra i "monumenti", e su per li monti, andava gridando, e picchiandosi con pietre (Mc 5, 5); E quando egli fu smontato in terra, gli venne incontro un uomo di quella città, il quale, già da lungo tempo, aveva i demoni, e non era vestito d'alcun vestimento; e non dimorava in casa alcuna, ma dentro i "monumenti". (Lc 8, 27); Non vi meravigliate di questo; perciocché l'ora viene, che tutti coloro che son ne' "monumenti " udiranno la sua voce (Gv 5,28); E gli uomini d'infra i popoli, e tribù, e lingue, e nazioni, vedranno i lor corpi morti lo spazio di tre giorni e mezzo; e non lasceranno che i lor corpi morti siano posti in "monumenti"(Ap 11,9); Allora Paolo, in piedi in mezzo all'Areòpago, disse: "Ateniesi, vedo che, in tutto, siete molto religiosi. Passando infatti e osservando i "monumenti" del vostro culto, ho trovato anche un'ara con l'iscrizione: Al Dio ignoto. Quello che voi adorate senza conoscere, io ve lo annunzio. Essendo noi dunque stirpe di Dio, non dobbiamo pensare che la divinità sia simile all'oro, all'argento e alla "pietra", che porti l'impronta dell'arte e dell'immaginazione umana (At 17,22-3.29). Infatti si costruivano sculture di pietra con una "immaginazione" che non raffigurava è rappresentava la verità del vero Dio.

Fate dunque delle riproduzioni delle vostre emorroidi e delle SCULTURE dei topi che vi devastano il paese, e date gloria al Dio d'Israele; forse egli alleggerirà la sua mano da sopra di voi, da sopra i vostri dèi, e da sopra il vostro paese (1Sam 6,4-8);Il legno di cedro, nell'interno della casa, presentava delle SCULTURE di frutti di colloquintide e di fiori sbocciati; tutto era di cedro, non si vedeva neppure una pietra (1Re 6,18); Fece ornare tutte le pareti della casa, tutto intorno, tanto all'interno quanto all'esterno, di SCULTURE di cherubini, di palme e di fiori sbocciati (1Re 6,29); Salomone vi fece scolpire dei cherubini, delle palme e dei fiori sbocciati e li ricoprì d'oro, stendendolo sulle SCULTURE (1Re 6,35); Al coronamento della base, nell'interno, c'era un'apertura in cui si adattava il bacino; essa aveva un cubito d'altezza, era rotonda, della forma di una base di colonna, e aveva un cubito e mezzo di diametro; anche lì c'erano delle SCULTURE; i riquadri erano quadrati e non circolari (1Re 7,31).

La risposta, e perché il Signore intendeva dire i monumenti e le sculture dei pagani e degli idolatri, non conformi al SUO volere.

Infatti continua: La mattina Giacobbe si alzò, prese la pietra che si era posta come guanciale, la eresse [Es 23,24+] come una stele e versò olio sulla sua sommità (Gen 28,18). La pietra localizza la presenza divina. Il luogo diventa una bet ’El , una «casa di Dio», - ciò spiega il nome di Betel, - e riceve un’unzione di olio, come atto di culto. Ma tali pratiche, trovandosi nella religione cananea e in tutto l’ambiente semitico, furono più tardi per ignoranza e per non cadere in idolatria, condannate dalla Legge e dai profeti (cf. Es 23,24 ). Anche qui, all’idea di una dimora divina sulla terra si affianca una nozione più spirituale: Betel è la «porta del cielo» dove Dio risiede (cf. 1Re 8,27 ). Gen 35, 22 Questa pietra, che io ho eretto come stele, sarà una casa di Dio; di quanto mi darai, io ti offrirò la decima». Gen 31, 13 Io sono il Dio di Betel, dove tu hai unto una stele [28,18-22] e dove mi hai fatto un voto. Ora alzati, parti da questa terra e torna nella terra della tua famiglia!”». il Dio di Betel: con il TM; legge: «io sono il Dio che ti è apparso».

Giacobbe eresse sulla sua tomba una stele. È la stele della tomba di Rachele, che esiste ancora oggi (Gen 35,20); Ora Assalonne, mentre era in vita, si era eretta la stele che è nella valle del Re [Gen 14,17] , perché diceva: «Io non ho un figlio [2Sam 14,27] per conservare il ricordo del mio nome». Chiamò quella stele con il suo nome e la si chiamò monumento di Assalonne fino ad oggi (2Sam 18,18). Questo monumento (lett.: «questa mano di Assalonne») non è la tomba ellenistica che si mostra nella vallata del Cedron. Era una ma ss eba , una stele funeraria (cf. Gen 35,20 ). Per stele si intende genericamente un monolito, di altezza solitamente inferiore al metro, che reca scolpita una delle facce con raffigurazione più o meno schematica della persona umana.

 

Un altro esempio molto importante che molto spesso non viene messo in evidenza, e quello della morte di Giacobbe e Giuseppe, che vengono imbalsamati e messi in un sarcofago egiziano (come es. nella foto sx). Verrebbe da fare una domanda: perché Dio ha permesso che le loro spoglie entrassero nei sarcofaghi fatti da mani d'uomo? Semplice, perché erano modellati secondo la loro vera immagine! Se i sarcofaghi fossero stati fatti ad immagine di altri, sarebbe stato una menzogna, e Dio non vuole menzogne!

Giuseppe morì all’età di centodieci anni; lo imbalsamarono e fu posto in un sarcofago in Egitto (Gen 50,26). Che poi fu portato via dopo 400 anni quando il popolo lasciò l'Egitto [Gen 50,25; Es 13,19 ;Gs 24,32 ;Eb 11,22].  

Come pure anche quello della morte di Giacobbe: Quindi Giuseppe ordinò ai medici al suo servizio di imbalsamare suo padre. I medici imbalsamarono Israele e vi impiegarono quaranta giorni, perché tanti ne occorrono per l’imbalsamazione. Gli Egiziani lo piansero settanta giorni (Gen 50,2-3+). Secondo la tradizione funeraria egiziana Giuseppe dopo l'imbalsamazione (v.2-3), sicuramente gli diede un sarcofago mortuario come protezione del cadavere, visto che ebbe anche gli onori funerari di un re nei v. 7 andarono tutti i ministri del faraone, gli anziani della sua casa, tutti gli anziani del paese d'Egitto, 8 tutta la casa di Giuseppe e i suoi fratelli e la casa di suo padre. 9 Andarono con lui anche i carri da guerra e la cavalleria, così da formare una carovana imponente. Così si pensa pure che abbiano fatto la moglie ed i figli di Giuseppe. Il sarcofago egizio era la cassa destinata a custodire il corpo imbalsamato del defunto (nome composto dalle parole greche sarx, «carne», e phaghein, «mangiare» o «consumare») è un contenitore, solitamente di pietra, destinato a custodire una bara o il corpo di un defunto. Nell'Antico Egitto, il sarcofago era lo strato esterno di protezione per una mummia reale egizia, con diversi strati di bare una dentro l'altra. La forma dei sarcofagi divenne di tipo antropoide con svariate decorazioni dipinte su tutta la superficie con particolare riguardo alla rappresentazione del viso, delle mani, dei gioielli e dell’acconciatura.

Tutti noi battezzati unti dal Signore, siamo consacrati è mandati nel mondo come Gesù stesso disse: Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi» (Gv, 20,21); In verità, in verità vi dico: Chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato» (Gv 13,20); Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto. E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa» (Mt 10,40-42); Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato» (Lc 10,16). E tutto questo è meraviglioso perché Gesù che è Dio vive in noi sculture viventi e santi come Lui è santo. 

Aprendo una brevissima parentesi, voglio ricordare in che maniera straordinaria egli si fa presente e si manifesta in noi cattolici come per esempio nei grandi santi come S. Pio di S. Giovanni Rotondo, che in questo caso egli era l'immagine viva perfetta del Cristo crocifisso, perchè in lui Cristo volle evidenziare questo fenomeno soprannaturale delle stigmate, come anche Paolo nella lettera ai Galati scrive che egli era stato crocifisso in Cristo, che Cristo vive in lui, e di portare nel suo corpo cioè in maniera invisibile le stigmate cioè i segni della passione della croce di Cristo.

Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me (Gal 2,20); D'ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: difatti io porto le stigmate di Gesù nel mio corpo (Gal 6,17). 

Vediamo altri esempi biblici che riguardano l'idolatria. 

Venerano gli ANIMALI più ripugnanti, che per stupidità al paragone risultano peggiori degli altri; non sono tanto belli da invogliarsene, come capita per l'aspetto di altri animali, e non hanno avuto la lode e la benedizione di Dio (Sap 15,18-19). Quindi anche il venerare gli animali è idolatria! 

Come detto prima Dio si offende perché hanno creato una immagine sbagliata di lui di un vitello d'oro, nonostante Mosè disse di aver visto l'angelo del Signore. 

Non hanno tardato ad allontanarsi dalla via che io avevo loro indicata! Si son fatti un vitello di metallo fuso (Sal 106,20), poi gli si sono prostrati dinanzi, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: Ecco il tuo Dio, Israele; colui che ti ha fatto uscire dal paese di Egitto» (Es 32, 8).  

Chi non si arrabbierebbe se il figlio non riconoscesse quello che il padre ha fatto per lui, dicendogli pure che a la faccia di un vitello ecc., peggio ancora se va con altri chiamandoli papà padre, meriterebbe una severa punizione. 

Vediamo altro. 

Quanto alla Dimora, "la farai con dieci teli" di bisso ritorto, di porpora viola, di porpora rossa e di scarlatto. Vi farai figure di "cherubini", lavoro d’artista (Es, 26,1). Ma come, gli artisti prima erano condannati se facevano sculture ed idoli, mentre ora NO? Quindi Dio non vuole che il culto sia rivolto in altri dei che è idolatria, ma quelli veri si! Infatti i cherubini sono del secondo ordine della prima gerarchia, che simboleggia la sapienza. Rappresentazione artistica, dipinta o scolpita, con una testolina di bimbo a cui sono attaccati le ali. Cosi vale pure per i santi che sono innestati nella vite che come angeli salgono e scendono sul trono di Dio!

Mentre si dichiaravano sapienti, sono diventati stolti e hanno cambiato la gloria dell'incorruttibile Dio con l'immagine e la figura dell'uomo corruttibile (figura sx), di uccelli, di quadrupedi e di rettili. Perciò Dio li ha abbandonati all'impurità secondo i desideri del loro cuore, sì da disonorare fra di loro i propri corpi, poiché essi hanno cambiato la verità di Dio con la menzogna e hanno venerato e adorato la creatura al posto del creatore, che è benedetto nei secoli (Rm 1,22-25).  

In questo modo Paolo indica implicitamente che le sue riflessioni non si riferiscono soltanto ai pagani, ma a un’inclinazione costante dell’umanità. Il culto degli animali era diffuso particolarmente in Egitto, e come sappiamo il popolo di Israele ne è stato schiavo per 400 anni, assorbendo i loro culti e modi di rappresentare gli dei, quindi nella loro mentalità è durezza di cuore nel capire gli insegnamenti di Dio, cadevano spesso in idolatria.

Io sono il Signore: questo è il mio nome; non cederò la mia gloria "ad altri", né il mio onore "agli idoli" (Is 42,8). Questo spiega perfettamente che ai falsi dei pagani Dio non dà la sua gloria perché non esistono oppure sono esseri cadute. A noi figli di Dio "Si invece", perché siamo coeredi di Cristo. Quindi fare una scultura ad ES.. P. Pio é lecito perché fa parte del regno dei cieli come i cherubini che Dio ordino a Mosè di costruire. E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo sappia che tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato me (Gv 17, 22-23). E' in Cristo che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità, e voi avete in lui parte alla sua pienezza, di lui cioè che è il capo di ogni Principato e di ogni Potestà (Col 2,9-10). Vedete come è tutto biblico, e la verità cattolica è in corretta universalità con le scritture! 

Quando la verità dice: E noi tutti, a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l'azione dello Spirito del Signore (2Cor 3,18). 

E se il nostro vangelo "RIMANE VELATO", lo è per COLORO che si PERDONO, ai quali il Dio di questo mondo ha accecato la MENTE INCREDULA, perché NON VEDANO lo splendore del glorioso vangelo di Cristo che è "IMMAGINE" di Dio (2Cor 4,3-4). Infatti Paolo continua: Ma le loro menti furono indurite; infatti fino ad oggi quel medesimo velo rimane, non rimosso, quando si legge l’Antico Testamento, perché è in Cristo che esso viene eliminato. Fino ad oggi, quando si legge Mosè, un velo è steso sul loro cuore; ma quando vi sarà la conversione al Signore, il velo sarà tolto. Il Signore è lo Spirito e, dove c’è lo Spirito del Signore, c’è libertà. E "noi tutti", "a viso scoperto", riflettendo come in uno specchio la gloria del Signore, veniamo trasformati in quella medesima immagine, di gloria in gloria, secondo l’azione dello Spirito del Signore (2Cor 3,14-18). 

Infatti coloro che si perdono ritornando a mettere quel velo leggendo l'antico testamento e la legge di Mosè male interpretandone il vero significato, Dio acceca le loro menti: Per questo a loro parlo con parabole: perché “guardando non vedono”, udendo non ascoltano e non comprendono. Così si compie per loro la profezia di Isaia che dice: Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca! (Mt 13,13-15).

Spiega la bibbia “guardando non vedono”: indurimento volontario e colpevole che comporta e spiega il ritiro della grazia. Tutti i racconti che precedono hanno preparato il discorso in parabole illustrando questo indurimento (11,16-19.20-24; 12,7.14.24-32.34.39.45). A questi spiriti miopi, che la piena luce sul carattere umile e nascosto del vero messianismo non farà che accecare ulteriormente (Mc 1,34+), Gesù potrà dare solo una luce velata dai simboli: penombra che sarà ancora una grazia, un invito a chiedere meglio e a ricevere di più. Tanto che, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove (2Cor 5, 17). Ecco, io faccio nuove tutte le cose (Ap 21, 5).

E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna (Gv 3,14-15). Quante volte ci siamo sentiti criticare dai protestanti e mussulmani, dicendo che il crocifisso è inutile guardarlo è prostrarsi perché Cristo è sceso dalla croce 2013 anni fa, e che è idolatria.  

Ma come il serpente di rame fu tenuto per molti anni innalzato a beneficio del popolo, così anche noi innalziamo il crocifisso in memoria della nostra salvezza, ricevendo anche benefici e miracoli. Come per esempio moltissimi santi ne hanno avuto misticamente sia le stimmate che guarigioni è miracoli.

Giovanni rese testimonianza dicendo: «Ho "visto lo Spirito" scendere "come una colomba" dal cielo e posarsi su di lui (Gv 1,32). Infatti la chiesa in base alla testimonianza di questo grande servitore di Dio, possiamo farci una immagine dello Spirito di Dio, cioè una colomba.

I loro idoli sono argento e oro, opera di mani d'uomo. Hanno bocca ma non parlano, hanno occhi ma non vedono, hanno orecchi ma non odono, hanno naso ma non odorano, hanno mani ma non toccano, hanno piedi ma non camminano; con la loro gola non emettono suono alcuno. Come loro sono quelli che li fanno, tutti quelli che in essi confidano (Sal 115, 4-8). 

Il Salmista si riferisce a sculture di dei pagani che non esistono, contrariamente le sculture e le immagini cristiane che raffigurano Cristo, Maria, i Santi, essi si che hanno uno Spirito esistente, e posso ascoltarci, vederci, e parlare al nostro cuore. 

Ti strapperò di mano i sortilegi e non avrai più indovini. Distruggerò in mezzo a te le tue sculture e le tue stele, nè più ti prostrerai davanti a un'opera delle tue mani. Estirperò da te i tuoi pali sacri, distruggerò i tuoi idoli. Con ira e furore, farò vendetta delle genti, che non hanno voluto obbedire (Mi 5,11-14).

 

Gesù non si scandalizzo dinanzi l'immagine di Cesare allora adorato come dio: Egli domandò loro: «Di chi è questa immagine e l'iscrizione?» Gli risposero: «Di Cesare» Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio» (Mt 22,20-21). L'immagine di Cesare come falso Dio, non era paragonabile al vero Dio, quindi come giustamente Gesù disse, noi che siamo sua immagine ci dobbiamo dare solo a Dio.

"Rallegratevi con me, perché ho trovato la “moneta” che avevo perduto" (Lc 15,9). Non si scandalizza sull’immagine della moneta trovata. Aprigli la bocca e vi troverai una “moneta d'argento”. Prendila e consegnala loro per me e per te (Mt 17,27). E ne anche qui non ce nessuno scandalo a riguardo dell’immagine sulla moneta d’argento.        Una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo (Mc 12,42). Addirittura qui Gesù premia la vedova che ha dato due monetine che contenevano delle immagini, dando tutti i suoi averi nel tesoro del tempio. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro (Mt 10,29). Quindi le immagini sulle monete che raffigurassero qualsiasi cosa secondo il volere di Dio erano permessi! 

Fin dai tempi antichi Dio ordina che si faccia memoria nei culti rivolti a Dio anche dei suoi santi, come in questo bellissimo esempio biblico di ricordare e venerare i santi di Israele: Prenderai due pietre di ònice e “inciderai su di esse i nomi dei figli d’Israele”: sei dei loro nomi sulla prima pietra e gli altri sei nomi sulla seconda pietra, in ordine di nascita. Inciderai le due pietre con i nomi dei “figli d’Israele”, seguendo l’arte dell’intagliatore di pietre per l’incisione di un sigillo; le inserirai in castoni d’oro.  Fisserai le due pietre sulle spalline dell’efod, come “memoriale” per i figli d’Israele; così Aronne porterà i loro nomi sulle sue spalle davanti al Signore, come un memoriale (Es 28,9-12). Vedete cosa dice il (v.12) di portare come se fosse una processione di statue, i nomi che identificano i santi di Israele davanti al Signore come un memoriale cioè da ricordare per sempre. Portare sulle spalle i loro nomi “e simbolo” di portamento, infatti in quei tempi si usava portare i loro re o personaggi importanti sulle spalle, o seduti sui troni. Quindi e un memoriale che simboleggia la loro grandezza ed importanza a non nasconderli e metterli da parte. Ma a ricordarli a venerarli allo stesso tempo! 

Ed è fantastico perché dimostra che la dottrina cattolica a riguardo è in perfetta sintonia con la bibbia!

Spiega la Bibbia efod: l’ebraico biblico applica questo nome (etimologia incerta) a tre realtà diverse: 1) l’efod strumento divinatorio, che serviva a consultare YHWH (cf. 1Sam 2,28+); 2) l’efod bad, «perizoma di lino», portato dai ministri del culto (cf. 1Sam 2,18+); 3) l’efod del sommo sacerdote, specie di grembiule sostenuto da una cintura e da  bretelle. A questo grembiule è attaccato il «pettorale del giudizio» (vv 15s), il quale porta le sorti sacre, urìm e tummìm (v 30; Lv 8,7-8; cf. 1Sam 14,41+). L’efod del sommo sacerdote è così messo in rapporto con l’efod divinatorio, come il suo nome richiama l’antico vestito dei sacerdoti. Ma questi accostamenti sono artificiali: questa descrizione del vestito del sommo sacerdote vale solo per l’epoca postesilica e l’uso dell’efod divinatorio, con le sorti sacre, non è più attestato dopo Davide (cf. ancora Gdc 8,27+). 

Dio allora pronunciò tutte queste parole: «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù: non avrai altri dei di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo (di volatile) né di ciò che è quaggiù sulla terra (rettili e animali), né di ciò che è nelle acque sotto la terra (Es 20,1-4). Ma nel v.5, il Signore spiega perché ha dato quel comando: “Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai”. Ecco il motivo per il quale Dio proibisce l’uso delle immagini. 

Dio non proibisce le immagini in quanto tali, "non proibisce" l’utilizzo delle immagini sacre, "ma proibisce l’idolatria", che era, ed è, un peccato gravissimo. Ecco la ragione per la quale Dio proibisce di fare immagini: perché gli Ebrei correvano seriamente il pericolo di considerarle idoli e di adorarle; correvano il pericolo di prestare alle immagini, alle statue di creature del cielo o della terra quel culto che è dovuto solo a Dio. Era un pericolo concreto, visto che gli Ebrei erano circondati da popoli idolatri. 

Dio condanna solo e sempre la raffigurazione e l’adorazione delle immagini e delle divinità pagane, ossia degli idoli, in contrasto con l’adorazione dell’unico vero Dio.  

A questo punto, capite bene, bisogna portare le prove che dimostrano la veridicità della dottrina cattolica. Proprio la Bibbia insegna che Dio non proibisce, sempre, per qualunque ragione, di costruire immagini. 

Anzi, nella Bibbia si legge che Dio ha addirittura ordinato di costruire immagini e statue.  

Restiamo nel libro dell’Esodo. Leggiamo, al capitolo 37, che Mosè, convocò “tutti gli uomini di ingegno” – e la Bibbia ci dice che questi uomini di ingegno, questi artisti “il Signore li aveva dotati di saggezza e di intelligenza, perché fossero in grado di eseguire i lavori della costruzione del santuario, fecero ogni cosa secondo ciò che il Signore aveva ordinato” (36,1).  

Qui Dio ordina a Mosè di costruire delle sculture ad immagine di cherubini: 

Farai due cherubini d'oro: li farai lavorati a martello sulle due estremità del coperchio. Fà un cherubino ad una estremità e un cherubino all'altra estremità. Farete i cherubini tutti di un pezzo con il coperchio alle sue due estremità. I cherubini avranno le due ali stese di sopra, proteggendo con le ali il coperchio; saranno rivolti l'uno verso l'altro e le facce dei cherubini saranno rivolte verso il coperchio. Porrai il coperchio sulla parte superiore dell'arca e collocherai nell'arca la Testimonianza che io ti darò. Fu ordinata da Dio a Mosè, e che costituiva il segno, un immagine visibile della presenza di Dio in mezzo al suo popolo (Es 25,18-21). 

Ma allora, come si può vedere molto bene da questo brano, il Signore ordina di scolpire e fare statue di cherubini, cioè di angeli, per adornare i luoghi di culto. Vedete bene che quando non c’è il pericolo di idolatria, costruire statue per il culto corrisponde alla volontà di Dio. Nel Libro dell’Esodo si legge che uno di quegli artisti che il Signore aveva dotati di saggezza e di intelligenza disegnò due cherubini sul “velo di porpora viola e di porpora rossa, di scarlatto e di bisso ritorto” (Es. 36,35). Quindi, si capisce bene che non solo le statue, ma anche i disegni, le “immagini” di creature sono gradite a Dio, quando sono utilizzate per il culto e non v’è pericolo di idolatria. 

Un altro esempio meraviglioso lo vediamo anche che Dio si serve di due tavole di pietra per scrivere le sue leggi sacre, deposte in fine nell'arca dell'alleanza posta all’interno della tenda in Esodo usato in processione, e del tempio in 1Re di Salomone.  

Mosè ritornò e scese dalla montagna con in mano le due tavole della Testimonianza, tavole scritte sui due lati, da una parte e dall'altra. Le tavole erano opera di Dio, la scrittura era scrittura di Dio, scolpita sulle tavole. Quando si fu avvicinato all'accampamento, vide il vitello e le danze. Allora si accese l'ira di Mosè: egli scagliò dalle mani le tavole e le spezzò ai piedi della montagna (Es 32,15.19). 

Poi il Signore disse a Mosè: «Taglia due tavole di pietra come le prime. Io scriverò su queste tavole le parole che erano sulle tavole di prima, che hai spezzate. Mosè rimase con il Signore quaranta giorni e quaranta notti senza mangiar pane e senza bere acqua. Il Signore scrisse sulle tavole le parole dell'alleanza, le dieci parole (Es 34,1.28) 

Nell'arca non c'era nulla se non le due tavole di pietra, che vi aveva deposte Mosè sull'Oreb, cioè le tavole dell'alleanza conclusa dal Signore con gli Israeliti quando uscirono dal paese d'Egitto (1Re 8,9). l Bello e che dopo aver costruito tutte queste opere meravigliose accadde questo: 

Allora la nube coprì la tenda del convegno e la Gloria del Signore riempì la Dimora. Mosè non poté entrare nella tenda del convegno, perché la nube dimorava su di essa e la Gloria del Signore riempiva la Dimora (Es 40,34-35). 

Il popolo d’Israele è uscito dall’Egitto e si trova nel deserto, in cammino verso la terra promessa. La durezza del viaggio causa una protesta contro Dio e contro Mosé. Il Signore punisce questo grave peccato di ribellione contro la sua volontà mandando in mezzo al popolo serpenti velenosi che, dice la Bibbia: “mordevano la gente e un gran numero di Israeliti morì” (Nm 21,6). La punizione del Signore ottiene il pentimento del peccatore. Il popolo si rivolge di nuovo fiducioso a Mosè e riconosce il proprio peccato. Mosè allora intercede presso Dio pregando e il Signore gli ordina: “Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque dopo essere stato morso, lo guarderà resterà in vita” (Nm 21,8).  

Vedete bene che il Signore, in questa occasione, ordina esplicitamente di costruire un oggetto che raffigura una creatura terrestre il serpente; naturalmente, in questo comando del Signore non c’è nessuna contraddizione con l’ordine dato da Dio di non costruire alcun oggetto che raffigurasse creature terrestri. Ma vediamo anche che lo stesso serpente costruito per ordine di Dio viene distrutto, sempre per ordine di Dio, quando gli Ebrei cominciano ad adorarlo, a bruciargli incenso, a dargli un nome idolatrico: Necustan (2 Re 18, 4).  

Vedete come uno stesso oggetto voluto da Dio serve al culto per beneficio degli uomini, ma distrutto da Dio se diventa un idolo che lo rimpiazza.

 

Il Tempio, costruito dal grande re Salomone. Il Primo Libro dei Re descrive come Salomone ha costruito il tempio e ci dice che Salomone è stato lodato da Dio (9,3).

 

 

E la storia ci dice che Salomone fece porre nel tempio statue di metallo fuso che rappresentavano 12 buoi, poi ancora statue di leoni, di buoi e di cherubini (1Re 5;6;7;8). Come vedete, per adornare un luogo di culto, quando non vi è pericolo di idolatria, il Signore gradisce che si costruiscano statue e si realizzino dipinti.

 

Anche qui come sopra in Mosè accade la stessa cosa: Appena i sacerdoti furono usciti dal santuario, la nuvola riempì il tempio e i sacerdoti non poterono rimanervi per compiere il servizio a causa della nube, perché la gloria del Signore riempiva il tempio. Allora Salomone disse: «Il Signore ha deciso di abitare sulla nube. Io ti ho costruito una casa potente, un luogo per la tua dimora perenne» (1Re 8,10-13). Questo scendere in un luogo pieno di sculture ornamenti dipinti è cosa gradita dal Signore al tal punto che ne prende dimora. Quindi possiamo dire che quello che affermano le tantissime chiese protestanti è assolutamente falso nei confronti della chiesa cattolica. Vedere (De 4,15-31; Ger 10,2; 2Cr 3,10-11; Ez 41,17).  

Osserva dunque ciò che io oggi ti comando. Ecco, io scaccerò davanti a te l’Amorreo [Dt 7,1+], il Cananeo, l’Ittita, il Perizzita, l’Eveo e il Gebuseo. Guàrdati bene [23,32-33] dal far alleanza con gli abitanti della terra nella quale stai per entrare, perché ciò non diventi una trappola in mezzo a te. Anzi distruggerete [Nm 33,52] i loro altari, farete a pezzi le loro stele e taglierete i loro pali sacri (Es 34,11-13). Per le stele, cf. 23,24+ . Il piolo sacro, ’ašerah, era l’emblema della dea dell’amore e della fecondità, Ashera (gr.: Astarte), da cui trae il nome. Dio distrugge sempre idoli non conformi al suo volere, e mai a quelli voluti tranne se si cade in idolatria cioè rimpiazzando Dio.

La storia ci offre altre informazioni. Pensate alle molteplici pitture delle catacombe, alla sculture dei sarcofagi cristiani e alle statue di Gesù Buon pastore dell’antichità cristiana: ci dicono chiaramente che i cristiani hanno usato le immagini fin dalle origini della loro storia, fin dai tempi della Chiesa primitiva. 

Siamo in epoca antichissima e già i cristiani si facevano immagini di Gesù Buon Pastore. Ma allora, questo vuol dire che quando nelle nostre chiese fanno bella figura dipinti e statue di Gesù Buon Pastore, noi cattolici non facciamo altro che imitare i primi cristiani. 

Lo storico Eusebio di Cesarea, vissuto a cavallo del terzo e quarto secolo (ca. 265 -ca. 340), dice dì avere visto con i propri occhi le immagini dipinte dì Gesù e dei santi apostoli Pietro e Paolo (Historia ecclesiastica, VII, 18).  

Ma un altro aspetto molto importante che non và tralasciato, è l'immaginazione! In cui con essa ci possiamo ricostruire una immagine fantasiosa di un Dio ecc. che non abbiamo mai visto! Ma se Dio non vuole che si creino nessuna immagine, allora dovremmo annullare l'immaginazione, cosa impossibile! 

Quindi, le immagini sacre sono uno strumento che deve aiutare il cristiano ad imitare coloro che vi sono rappresentati.  

E non solo: le immagini sacre servono anche per decorare i luoghi dove si celebra il culto e servono questo accadeva soprattutto in epoche passate a migliorare la conoscenza di episodi biblici, tanto nell’Antico quanto nel Nuovo Testamento. 

Un esempio un po’ particolare, sono i "segni o miracoli" che escono dalle statue e i dipinti, della chiesa cattolica e anche quella ortodossa. Ossia fuori esce da questi dipinti e sculture, lacrimazioni, anche sangue di gruppo B maschile, acqua, olio, e tutto ciò mi fa ricordare di quanto Gesù disse: 

Ma egli rispose: «Vi dico che, se questi taceranno, grideranno "le pietre"» (Lc 19,40). Ossia per la durezza del cuore, a non voler vedere e ascoltare il vangelo di Cristo, e a convertirsi, Dio permette alle nostre statue e dipinti cristiane, di gridare con segni è prodigi miracolose in lacrimazione di sangue, lacrime, olio, per attirare la loro attenzione affinché si incuriosiscano come Mosè nel roveto ardente, e di convertano al vero vangelo predicato dal vero gregge di Dio, Chiesa cattolica. 

 

Un altro esempio sono le reliquie dei Santi, Al punto che si mettevano sopra i malati fazzoletti o grembiuli che erano stati a contatto con lui e le malattie cessavano e gli spiriti cattivi fuggivano (At 19,12). ‎Mentre seppellivano un uomo, alcuni, visto un gruppo di razziatori, gettarono il cadavere sul sepolcro di Eliseo e se ne andarono. L'uomo, venuto a contatto con le ossa di Eliseo, risuscitò e si alzò in piedi (2Re 13,21).

 

PER CONCLUDERE: 

Il cattolico venera non l’immagine in se stessa, la quale è semplicemente un oggetto materiale (una statua, un’immagine, un simbolo, un amuleto): se si venerasse l’oggetto, si cadrebbe nell’idolatria; ma colui che l’immagine intende rappresentare, la ‘Persona’ che le immagini riproducono: Gesù Cristo, la Madonna , i Santi In effetti, “l’onore reso ad un’immagine appartiene a chi vi è rappresentato” e “chi venera l’immagine, venera la realtà di chi in essa è riprodotto”L’onore tributato alle sacre immagini è una “venerazione rispettosa”, non un’adorazione che conviene solo a Dio: “Gli atti di culto non sono rivolti alle immagini considerate in se stesse, ma in quanto servono a raffigurare il Dio incarnato. Ora, il moto che si volge all’immagine in quanto immagine, non si ferma su di essa, ma tende alla realtà che essa rappresenta”.

 

 

Vassallo Augusto