Gesù era davvero povero?

 

Gesù era davvero povero?

Oggi giorno se ne sentono di tutti i colori contro la Chiesa cattolica che dopo 2000 anni di storia, ha accumulato tesori chiusi in casse forti vaticane per il fabbisogno di tutta la Chiesa nel mondo. 

Sempre le solite risposte!

Gesù era povero, quindi anche la chiesa deve essere povera, non aveva un tetto (Mt 8,20), quindi anche la chiesa non deve avere un tetto, aveva solo una tunica ecc.. ecc.. tutto per ignoranza o per sentito dire da altri (Mt 15,14) come loro. 

Badiamo bene ad interpretare bene le scritture per non cadere nella menzogna (Gv 8,43-44) del diavolo!

 

Gesù quando disse Mt 8, 20Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo», non e che dopo aver vissuto bene con Maria per trenta 30 anni, gli è venuta la voglia di fare il mendicante o l'eremita per tre 3 anni!

Ma la missione che Lui doveva e nel quale era stato mandato! Quindi non aveva tempo di costruirsi una dimora sulla terra, perchè Lui attendeva di ritornare nella sua vera dimora, il regno dei cieli e sedere alla destra del Padre.

Ma rispondiamo alla domanda.

Giuseppe era falegname (Mt 13,55; Mc6,3), che faceva parte della categoria, che nella società ebraica era quella degli artigiani. Gli artigiani, nella mentalità ebraica, occupavano un posto di rilievo perché erano coloro che, in qualche modo, assomigliavano all'azione di Dio che crea il mondo: perché come Dio ha plasmato l'universo, ha plasmato l'uomo, così l'artigiano ha le capacità per plasmare la materia. Quindi dal punto di vista culturale, l'artigiano era una persona molto considerata, quindi non è pensabile che Giuseppe fosse una persona povera, non sarà stato ricco, ma non povero, diciamo abbastanza benestante.

Nella genealogia di Gesù riportata in (Mt 1,1-16; Lc 3,23-38), nel quale dichiarano che Giuseppe non era un uomo qualsiasi ma veniva da una genealogia importante e quindi anche benestante.

Così pure Maria veniva da una famiglia benestante. I genitori di Maria non sono mai nominati nei testi biblici canonici; la loro storia fu narrata per la prima volta negli apocrifi Protovangelo di Giacomo e Vangelo dello pseudo-Matteo. Secondo i vangeli apocrifi Anna era figlia di Achar, della tribù di Levi e sorella di Esmeria, madre di santa Elisabetta e nonna del Battista. Giuseppe d'Arimatea era suo zio materno. Il suo matrimonio con Gioacchino, uomo virtuoso e "molto ricco" della tribù del Regno di Giuda e della stirpe di Davide.

Quindi se i genitori di Gesù erano benestanti, anche Gesù era benestante, e non povero.

Nel Vangelo si dice che non c'era più posto nell'albergo. Con albergo si possono identificare almeno due cose: il caravanserraglio e il luogo antistante della casa che era adibito all'abitazione degli uomini. La casa soprattutto quella delle persone comuni (persone che avevano la casa al di fuori delle mura della città fortificata). Dunque le case dovevano essere difese come si poteva. Gli animali da cortile, essendo l'unica ricchezza delle famiglie, erano importanti, erano preziosi. Dunque al calar del sole venivano protetti, non semplicemente in un recinto, in quanto, in tal caso, voleva dire che erano tanti e che quindi avevano bisogno di un pastore; ma se erano il fabbisogno di una famiglia questi animali venivano riposti in una grotta, che era scavata dietro la casa, adiacente alla casa; dalla casa si passava direttamente in questa grotta. Queste grotte fra di loro erano comunicanti, per permettere la fuga, in caso di aggressione, in un'altra casa. Tutti gli animali di queste famiglie erano conservati in queste grotte. Tutto ciò significa che il luogo in cui Gesù nacque non era l'abitazione, perché in essa non c'era posto, perché era occupata dalla famiglia. La grotta non era un luogo freddo, era un luogo chiuso, protetto. Coloro che hanno potuto recarsi in Terra Santa vi potranno dire che a Betlemme, dove c'è la Basilica della Natività, c'è una grotta che gli Ortodossi dicono che lì è nato Gesù. Però nella stessa grotta, dall'altra parte c'è la Basilica dei Francescani e Gesù potrebbe essere nato lì. Questo ci fa capire che tutte le grotte erano comunicanti tra di loro. Non sappiamo con esattezza quale fu esattamente la grotta in cui Gesù nacque, la tradizione ci dice lì, però potrebbe essere là, perché le grotte erano comunicanti tra loro. 

È impensabile che Maria e Giuseppe prevedendo i giorni del parto, si mettessero in viaggio senza avere nulla. Il fatto che siano andati in Egitto testimonia del fatto che potevano permettersi di andarci. Avevano i soldi necessari per andarci, per starci, per trovare lavoro, per insediarsi li, grazie ai doni dei re magi.
Mt 2, 11 Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono [Is 49,23 ;Is 60,5-6 ;Sal 72,10-11.15 ;Tb 13,15]  e lo adorarono. Poi aprirono i "loro scrigni" e gli offrirono in dono "oro, incenso e mirra". Oro e mirra sono ricchezze e profumi d’Arabia ( Ger 6,20 ; Ez 27,22 ).

Dunque è da sfatare questa idea falsa secondo la quale Gesù fosse povero.

Lo capiamo anche da un altro aspetto, per esempio dal fatto che Gesù, quando fu spogliato delle sue vesti, gli fu tolta la tunica inconsutile.

È strano che nei Vangeli si dica che Gesù avesse una tunica inconsutile, cioè tessuta tutta di un pezzo (Gv 19,23-24).

La tunica inconsutile era la tunica che di solito usava il Sommo Sacerdote. Quindi dal punto di vista spirituale uno può dire": Certamente Lui era il Sommo Sacerdote, quindi era giusto che usasse la tunica inconsutile".

Però avete idea di quanto potesse costare tale tunica? Il fatto che i soldati non l'abbiano divisa, è perché sapevano quello che valeva.

Se Gesù si vestiva tutti i giorni con la tunica inconsutile, e magari avesse anche dei ricambi, questo ci fa capire che non era povero.

Ma vediamo ora altri aspetti sulla ricchezza o povertà molto importanti del gruppetto di discepoli che seguirono Gesù, e lo vediamo in Mc 10, 28 Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». 29 Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato "casa" o fratelli o sorelle o madre o padre o figli "o campi" per causa mia e per causa del Vangelo, 30 che non riceva "già ora", in questo tempo, "cento volte tanto in case" e fratelli e sorelle e madri e figli e "campi", insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà.

Vedete cosa dice Gesù a chi lo segue! gli promette già da ora, subito, immediatamente, "cento volte tanto" in "case e campi" che vuol dire anche ricchezza fratelli cari!

Gesù non ha mai voluto che si vivesse in povertà o miseria (Aggeo 2,7-9), che vita è!

Vediamo altri passi molto importanti.

Lc 8, 3 Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni.

Questo vuol dire che avevano delle conoscenze importanti che li servivano ed aiutavano con i loro soldi. 

Atti 4 32La moltitudine di coloro che eran venuti alla fede aveva un cuore solo e un'anima sola (infatti la chiesa è solo una) e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune. 33Con grande forza gli apostoli rendevano testimonianza della risurrezione del Signore Gesù e tutti essi godevano di grande simpatia. 34Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano l'importo di ciò che era stato venduto 35e lo deponevano ai piedi degli apostoli; e poi veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno.

Nel v.34 nessuno era bisognoso: vuol dire che non vendevano tutto per restarne senza e quindi essere bisognosi, ma vendevano il necessario per la chiesa, e che la chiesa ha ricevuto per 2012 anni molti beni dai credenti che poi veniva distribuito a ciascuno, secondo i suo particolare bisogno sia per l'evangelizzazione che per vivere.

At 5, 1 Un uomo di nome Anania, con sua moglie Saffìra, vendette un terreno 2 e, tenuta per sé, d’accordo con la moglie, una parte del ricavato, consegnò l’altra parte deponendola ai piedi degli apostoli.

1 Cor 9, 3 La mia difesa contro quelli che mi accusano è questa: 4 non abbiamo forse il diritto di mangiare e di bere? 5 Non abbiamo il diritto di portare con noi una donna [Lc 8,2-3] credente, come fanno anche gli altri apostoli e i fratelli [Mt 12,46+] del Signore e Cefa [Gv 1,42] ? 6 Oppure soltanto io e Bàrnaba [At 4,36+] non abbiamo il diritto di non lavorare [At 18,3+] ?

7 E chi mai presta servizio militare a proprie spese? Chi pianta una vigna senza mangiarne [2Tm 2,6] il frutto? Chi fa pascolare un gregge senza cibarsi del latte del gregge? 8 Io non dico questo da un punto di vista umano; è la Legge che dice così. 9 Nella legge di Mosè infatti sta scritto: Non [Dt 25,4] metterai la museruola al bue che trebbia. Forse Dio si prende cura [Lc 12,6.24] dei buoi? 10 Oppure lo dice proprio per noi? Certamente fu scritto per noi [10,6+] . Poiché colui che ara, deve arare sperando, e colui che trebbia, trebbiare nella speranza di avere la sua parte. 11 Se noi abbiamo seminato [Rm 15,27 ;Fm 19] in voi beni spirituali, è forse gran cosa se raccoglieremo beni materiali? 12 Se altri hanno tale diritto su di voi, noi non l’abbiamo di più? Noi però non abbiamo voluto servirci [4,12] di questo diritto, ma tutto sopportiamo per non mettere ostacoli al vangelo di Cristo. 13 Non sapete che quelli che celebrano il culto, dal culto traggono il vitto, e quelli che servono all’altare, dall’altare ricevono la loro parte? 14 Così anche il Signore ha disposto che quelli che annunciano il Vangelo vivano [Mt 10,10p] del Vangelo. 

1Tm 5, 17 I presbìteri (o Prete) che esercitano bene la presidenza siano considerati [1Ts 5,12+] "meritevoli di un duplice riconoscimento", soprattutto quelli che si affaticano nella "predicazione" e "nell’insegnamento". (Si intende per duplice riconoscimento: BJ traduce: «doppia rimunerazione». La rimunerazione è un pagamento corrisposto, di solito, dopo una prestazione.) 

1Cor 16, 1 Riguardo poi alla colletta in favore dei santi [At 9,13+] , fate anche voi come ho ordinato [Gal 2,10] alle Chiese della Galazia. 2 Ogni primo giorno [Mt 28,1+] della settimana ciascuno di voi metta da parte ciò che è riuscito a risparmiare, perché le collette non si facciano quando verrò. 3 Quando arriverò, quelli che avrete scelto li manderò io con una mia lettera per portare il dono della vostra generosità a Gerusalemme. Circa questa colletta , cf. Rm 15,26-28 ; Gal 2,10 ; 2Cor 8-9 ; At 24,17 . I «santi» (cf. 2Cor 8,4 ) sono i cristiani di Gerusalemme che, molto presto, ebbero bisogno di essere soccorsi ( At 11,29-30 ). Questa colletta occupò un posto importante nelle preoccupazioni di Paolo, che vi vedeva il segno e la garanzia dell’unità tra le Chiese fondate da lui e quelle dei giudeo-cristiani.

Rm 16 23 Vi saluta Gaio, che "ospita me e tutta la comunità". Vi salutano Erasto, tesoriere della città, e il fratello Quarto. Quindi Gaio ed Erasto erano benestanti, che aiutavano gratuitamente!

1Tm 6, 5 i conflitti di uomini corrotti nella mente e privi della verità, che considerano la religione come fonte di guadagno. 6 Certo, la religione è un grande guadagno, purché sappiamo accontentarci! 

2Cor 8, 20 Con ciò intendiamo evitare che qualcuno possa biasimarci per questa abbondanza che viene da noi amministrata. 21 Ci [Pr 3,4 (LXX) ;Rm 12,17] preoccupiamo infatti di comportarci bene non soltanto davanti al Signore, ma anche davanti agli uomini.

Is 23, 18 Il suo salario e il suo guadagno saranno sacri al Signore. Non sarà ammassato né custodito il suo salario, ma andrà a coloro che abitano presso il Signore, perché possano nutrirsi in abbondanza e vestirsi con decoro.

 

Gv 12, 3 Maria [11,2+] allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell’aroma di quel profumo. 4 Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: 5 «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». 6 Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa [13,29] , prendeva quello che vi mettevano dentro.

Perfino i Dodici avevano una cassa comune dove veni­vano raccolte le offerte fatte loro e di cui il cassiere era Giuda, cassa che moltiplicata per 2000 anni diventa una cassaforte vaticana.

Gv 12, 6Questo egli disse non perché gl'importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.

Gv 12, 29 alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa [12,6] , Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri.

Abramo, Isacco, Giacobbe, Giuseppe, Giobbe, Re Davide in tempi moderni potremmo dire che erano tutti dei Milionari!

Quindi Gesù non era povero, e non lo è ne anche la sua Chiesa.
GRAZIE A DIO!